Non solo Italia. “Per la nostra asta del 6 aprile -conferma il presidente della società, Paolo Vaccari- abbiamo selezionato anche dell’altro materiale, ovviamente di un certo interesse. Come il 5 parale di Moldavia nero su carta bianca del 1858, linguellato, che l’Unificato quota 32mila euro: noi lo proponiamo a 2.400; sarà poi la sala a decidere la cifra definitiva. È il lotto 1.165”.
“Aggiungerei due corrispondenze da San Marino per Faenza e Jesi, che ancora impiegano i francobolli di Vittorio Emanuele II. Una (1.069, 13mila) offre il 5 centesimi verde e il 10 bistro di Sardegna; l’altra (1.070, 1.300) il 15 «De La Rue» celeste chiaro. Entrambe portano il timbro in cartella con la località di partenza, il manuale di transito a Rimini e quello di arrivo. La seconda mostra un ulteriore bollo dichiarante l’affrancatura insufficiente. Ecco poi gli «occhi di bue» brasiliani (1.094, 650), i triangolari provenienti dal Capo di Buona Speranza (1.100, 1.500), i classici di Finlandia (1.110, 1.200)… Da non perdere è la serie completa, usata, emessa tra il 1857 ed il 1858 per Ceylon; si tratta di un raro insieme, valutato più di 15mila euro dall’Yvert & Tellier (1.160, 2.750)”.
Qualche parola anche sui lotti… “Sono un’ottantina, e spaziano tra le raccolte, ad esempio di Antichi Stati, Regno e Repubblica, andando oltre. Importante è l’insieme di sei cartelle dedicate alla Quarta emissione di Sardegna, con nuovi, usati, lettere per un valore indicativo di Sassone pari a 280/300mila euro (1.276, 10.000). Potrei aggiungere Gibilterra (1.217, 900), Europa in qualità mista (1.213, 360), posta aerea d’Italia (1.266, 1.000) e non (1.267, 250), Vaticano (1.285, 200)… Non abbiamo trascurato le cartoline, come le «Pionieri dell’aviazione», 39 elementi nuovi e viaggiati, in bianco e nero o a colori che vanno da fine Ottocento al 1919 (1.205, 2.500), una miscellanea da otto raccoglitori (1.206, 2.000), la scatola con 250 pezzi (1.207, 180). Insomma, c’è da divertirsi!”.