Andando più nel dettaglio, le nuove “Linee guida per l’emissione delle cartevalori postali”, sottoscritte dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, affrontano gli aspetti operativi della complessa filiera che porta alla stampa e poi alla commercializzazione di francobolli e interi. Stando al testo, la concessionaria, ovvero adesso Poste italiane, “propone tariffa e tiratura”. L’Istituto poligrafico e zecca dello stato, competente per l’intera fase produttiva, “predispone almeno due bozzetti” (nella precedente versione del 2017 erano tre), “che dovranno prevedere una rappresentazione grafica diversa e contenere immagini differenziate tra loro, con delle eccezioni da valutare caso per caso”. Dato interessante, la fornitura del prodotto a Poste dovrà avvenire con almeno tre giorni lavorativi di anticipo rispetto alla data prevista per il debutto. A fine anno tutti i cartoncini (tre per tipo) con le prove di stampa vengono trasmessi al Museo storico della comunicazione. I costi di progettazione e di stampa, ivi inclusi quelli degli organi consultivi, sono a carico interamente di Poste. Il Mimit “conserva in pieno la proprietà delle cartevalori postali sino all’avvenuta vendita al pubblico da parte della concessionaria, che ne percepisce i relativi introiti”. La distribuzione A Poste è affidata in via esclusiva la distribuzione e la commercializzazione attraverso le proprie strutture, le piattaforme digitali di soggetti terzi “nonché, ove possibile, a domicilio”. Deve “assicurare la massima capillarità nella diffusione del messaggio” affidato al dentello; per questo gli uffici postali ricevono un numero di esemplari proporzionale alla rispettiva classificazione. La provvista di ciascuna novità -frase non chiara- deve essere assicurata “almeno negli uffici postali di ogni provincia… fermo restando che eventuali richieste da parte dell’utenza presso uffici non ricompresi nei piani di distribuzione devono comunque essere evase nel minore tempo possibile”. Ricordando “che gli uffici postali sono sempre provvisti di francobolli necessari a comporre le tariffe di ogni servizio” e che bisogna privilegiare “per quanto possibile l’utilizzo del francobollo rispetto ad altri metodi di affrancatura”. In particolare, quella “della corrispondenza compresa nel primo scaglione tariffario presentata a sportello ha luogo in via preferenziale mediante l’utilizzo del francobollo”. Ribadito, inoltre, un altro punto largamente disatteso: la vendita delle cartevalori da parte degli spacciatori di generi di monopolio “costituisce obbligo; al pari degli uffici postali”. Anche tali esercenti “devono essere sempre riforniti di francobolli necessari a comporre le tariffe di ogni servizio”. Il Mimit può effettuare controlli (continua).
Linee guida/2 Dalla stampa agli sportelli
13 Mag 2024 23:11 - NEWS FROM ITALY
Ribadito un concetto chiave, anche se largamente disatteso: gli uffici postali e i negozi che trattano generi di monopolio devono avere le cartevalori necessarie a comporre le tariffe