“Una valanga di pubblicazioni”: così, a “Veronafil”, il presidente dell’Unione stampa filatelica italiana, Danilo Bogoni, ha commentato il contestuale arrivo di un congruo numero di nuovi titoli, addirittura sei dei quali firmati dall’Unificato.
“Nel 2010 -ha puntualizzato alla presentazione il direttore responsabile dell’azienda, Paolo Deambrosi- abbiamo firmato sedici nuovi cataloghi e una rivista; si tratta complessivamente di 6.497 pagine in carta con 80mila immagini quasi tutte a colori e 150mila oggetti quotati tra francobolli, monete ed altri generi”.
Tre dei sei titoli consistono in mercuriali relativi a cartevalori postali; sono tutti biennali, a colori, con validità 2011-2012 (come aggiornamento arrivano al giugno-luglio di quest’anno) e dedicati a coprire l’intero panorama dei Paesi extraeuropei seguiti dalla casa milanese. Riguardano Australia e Nuova Zelanda, Israele, Stati Uniti d’America.
Il primo volume, imperniato sui due principali Stati dell’Oceania, sostituisce la precedente edizione riferita al 2008-2009. Organizzato in 128 pagine, repertoria anche le produzioni del Territorio Australiano Antartico e di Ross, dipendenza neozelandese del polo Sud. Il prezzo di vendita ammonta a 20,00 euro.
Più piccolo -anche perché i francobolli nascono nel 1948- è il secondo, relativo ad Israele; comprende 72 pagine e viene commercializzato a 15,00 euro. Anche in questo caso, sostituisce l’edizione uscita nell’aprile 2008. È l’unico dei tre a valutare pure le buste primo giorno, almeno fino a metà del 2001. Dopo tale periodo -è quanto dichiara la casa editrice- “le quotazioni sono le medesime dei francobolli nuovi con bandella”.
L’ultimo vede protagonisti gli Usa. Rispetto all’edizione precedente, giunta sul mercato nel maggio 2007, si presenta a colori ma -per contenere il numero di pagine e dunque i costi (rispettivamente 148 e 24,00)- ha accantonato le generose produzioni targate Isole Marshall, Micronesia e Palau. Una scelta definitiva? La risposta dipenderà anche da ciò che diranno i collezionisti.
Quanto alle quotazioni, viene precisato che “il controllo è stato come sempre accurato ed esteso anche ai francobolli più comuni. Le variazioni di segno positivo riguardano soprattutto le emissioni precedenti al 1945 con parziale estensione agli anni successivi fino al 1950”. Cui occorre aggiungere l’ultimo decennio, confermando l’onere economico richiesto per accantonare stock significativi, in grado di accontentare la domanda successiva.