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editor Fabio Bonacina

27422 news from 8/3/2003

Il nuovo documento, che sostituisce quello del 2017 dovuto all’allora sottosegretario Antonello Giacomelli, sviluppa, integra e talvolta modifica la versione precedente

Ventisette pagine raccolte in otto punti, datate “aprile 2024” e in vigore da oggi. È la… sorpresa di questa sera dovuta al ministero delle Imprese e del made in Italy che, senza consultare anche il mondo della filatelia organizzata -come invece sarebbe stato auspicabile- ha suggellato le nuove “Linee guida per l’emissione delle cartevalori postali”. Portano la firma della sottosegretaria, Fausta Bergamotto, e sostituiscono la versione del 2017 dovuta al collega Antonello Giacomelli.

Confermate da una parte la Consulta per l’emissione di cartevalori postali e la filatelia (cioè l’organismo di consulenza), dall’altra la Commissione per lo studio e l’elaborazione delle cartevalori postali (è il supporto tecnico). I rispettivi componenti durano in carica tre anni.


Le serie

Il Mimit che, a nome dello Stato, si presenta come l’autorità competente del settore, distingue le cartevalori postali commemorative e celebrative (sono autorizzate con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro delle Imprese e del made in Italy; le caratteristiche tecniche vengono individuate con decreto direttoriale emanato dalla direzione generale per il digitale e le telecomunicazioni - Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, quindi dallo stesso Mimit, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze) e quelle con sovrapprezzo per finalità sociali (l’iter è lo stesso).

Si aggiungono le ordinarie (basta il decreto direttoriale), che possono essere tematiche (adesso s’intitolano “I valori sociali” -una novità-, “Il patrimonio naturale e paesaggistico”, “Le eccellenze del patrimonio culturale italiano”, “Le eccellenze del sistema produttivo e del made in Italy”, anche se è facoltà del ministro o del suo delegato modificarle in qualsiasi momento) o definitive a tiratura illimitata (dai “Castelli d’Italia” alla “Leonardesca”, anche in tagli bassi).


Il programma

Ora si parla di sessanta emissioni annue (erano quaranta), persistendo nell’equivoco: quello che interessa è il numero dei francobolli, non delle serie. Via libera a “eventi o temi contemporanei, di attualità o rappresentativi di tematiche sociali o culturali” anche non italiani, così come a illustri (sempre non in vita) stranieri, “ma che hanno avuto un impatto eccezionalmente rilevante sul territorio e/o sulla comunità italiana”.

Si dovranno celebrare ricorrenze “con annualità piene e cadenzate”, avendo cura “nel non ripetere celebrazioni o commemorazioni” già realizzate da meno di venti anni.

Apertura a proposte e magari a bozzetti provenienti da particolari gruppi come studenti e carcerati; oppure da personaggi noti e artisti. Però, devono lavorare gratis (e ne sfugge il motivo).

Non chiara la frase “Ogni anno sono previsti i «francobolli celebrativi europei», il cui tema è stabilito annualmente dalla Commissione dell’Unione Europea”. Forse ci si riferisce all’associazione degli operatori PostEurop, che nulla c’entra con l’Ue.

Entro il 30 maggio dell’anno precedente il dicastero “si riserva la possibilità di comunicare sul proprio sito istituzionale specifici soggetti tematici… sui quali tutti gli interessati possono avanzare proposte” in capo al 30 settembre successivo; entro quest’ultima data, a ogni modo, chiunque può formulare suggerimenti per qualsiasi argomento (è prevista la realizzazione di una piattaforma dedicata).

La concessionaria -attualmente Poste italiane- “ha la facoltà di proporre due soggetti… con l’obiettivo di diffondere la cultura filatelica”.

Con il 30 ottobre il ministro o il suo delegato definisce la lista, che in corso d’opera può “modificare o integrare moderatamente”. Entro dieci giorni deve essere resa pubblica (continua).

Otto i capitoli in cui si articolano le “Linee guida”
Otto i capitoli in cui si articolano le “Linee guida”



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