Tra le tante conseguenze di un conflitto, non occorre trascurare le difficoltà nel comunicare. Soprattutto lungo il Novecento, la guerra ha significato, in certi momenti e contesti, il tracollo del sistema postale. Qualcuno, singolo o azienda, si è arrabattato a trovare soluzioni momentanee, ed anche le Amministrazioni pubbliche vi hanno provato.
Gli esempi nazionali più significativi (Udine, Merano, Dogliani, Dizzasco, Pinzano al Tagliamento, l’Astigiano, Guidizzolo, Castiglione d’Intelvi e Campione d’Italia) sono considerati nel volumetto di Andrea Frassineti e Tommaso Tagliente “La posta dei Comuni”; è organizzato in 64 pagine di formato “A5” illustrate a colori. Edito da Laser invest, costa 12,00 euro.
Sindaci intraprendenti -spiegano gli autori- si sono arrangiati per far fronte alle carenze. Gli addetti alla distribuzione della corrispondenza venivano retribuiti mediante tasse appositamente create, che il ricevente doveva versare al momento della ricezione. Alcuni Enti si ingegnarono al punto di produrre valori speciali sul tipo delle marche, e c’è chi, “grazie all’aiuto di filatelisti”, ricorse alla sovrastampa di veri francobolli.
L’esito sono delle storie che meritano di essere raccontate e conosciute, specie se il servizio ebbe effettiva valenza funzionale. Non è un caso se, nel capitolo dedicato alle valutazioni (a punti, ognuno dei quali ora vale 100,00 euro), ci si sofferma sui plichi viaggiati, stimando i reperti, sempre difficili da trovare, in funzione delle casistiche riscontrate.