Chi, nelle pubblicazioni filateliche d’antan, si firmava Himself o Mr.X? E chi era Celestina? Ed Hellas? Sono centinaia gli pseudonimi usati e ad essi è dedicata un’appendice del libro “Les jalons de la littérature philatélique au XIXe siècle” (in inglese, perché è bilingue, suona “Milestones of the philatelic literature of the 19th century”).
Il titolo parla di pietre miliari, ma è una pietra miliare lo stesso volume. Per l’argomento e per come è stato approfondito, trattando riviste, cataloghi, manuali e monografie, repertori di mostre e di vendite, album... A scriverlo, il tedesco Wolfgang Maassen, da oltre quarant’anni nella pubblicistica di settore (è, per dire, presidente dell’Association internationale des journalistes philatéliques), insieme al belga Vincent Schouberechts. In sostanziale mancanza di precedenti, però, è stato necessario -viene ammesso- fare un gioco di squadra, in cui un ruolo importante l’hanno avuto i numerosi collezionisti di letteratura, i bibliofili e le biblioteche, fra cui quella della Royal philatelic society e la Diena. Pur senza considerare titoli specifici (ad esempio di storia postale, oppure riguardanti associazioni, commercianti, filatelisti), se non nel momento in cui presentano dei collegamenti diretti con la filatelia in quanto tale, è emersa un’opera da 512 pagine di formato “A4”, con numerose immagini in quadricromia. Viene venduta a 70,00 euro.
L’obiettivo è sottolineare l’importanza del comparto un tempo ed oggi, evidenziando, attraverso esempi rappresentativi, che è alla base dello sviluppo filatelico in tutti i Paesi e in tutte le epoche.
I sei capitoli puntano ad altrettanti aspetti: gli esordi, il decennio dei pionieri, il periodo dal 1871 al 1885, tra diffusione e specializzazione, i tentativi di recensire quanto esistente, il Novecento. Un’altra appendice è dedicata alle biografie di alcuni personaggi.