“Quando è nato e per un paio di decenni, il suo scopo prioritario (diciamo il 90%) era di indicare su ogni corrispondenza quanto già pagato per la sua affrancatura: un 10% però era fin da allora dedicato, forse inconsciamente, alla comunicazione”. Poi il rapporto è cambiato secondo le epoche, ed ora il 90% dello scopo è dato dal collezionismo, mentre la quota restante è identificabile nell’impiego postale. Sono alcuni dei concetti espressi dal presidente dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale, Franco Filanci, all’apertura del nuovo numero, il nono, di “Storie di posta”.
Nelle 112 pagine con illustrazioni a colori (14,00 euro) c’è spazio per altri interventi personali (di Enrico Veschi e Paolo Deambrosi) e per articoli corposi. Questi ultimi trattano i mezzi di comunicazione nell’Italia unita (a firmarlo, Giulio Guderzo), il recapito a domicilio (Luigi Ruggero Cataldi), l’Expo milanese del 1906 (Adalberto Peroni), la consegna della corrispondenza al caffè (David Donadeo), i giornali in posta (Clemente Fedele e Francesco Luraschi).
Il semestrale si completa con le abituali rubriche, tendenti a valorizzare documenti e concetti di un tempo e di ora.