A Venezia vi sono il ramo Astori, le calli Bosello, Briani, del Galizzi, la salizada Carminati… Tutti cognomi originari della Bergamasca, a testimoniare una lunga presenza. Fra le casate protagoniste, ve n’è una proveniente dalla valle Brembana, i Tasso. Ed “I Tasso, maestri della Posta imperiale a Venezia” è il titolo del libro che Bonaventura Foppolo le ha dedicato, concentrandosi sul periodo storico che va dal XVI secolo alla fine del XVIII.
Edito dal Museo dei Tasso e della storia postale di Camerata Cornello (Bergamo), conta 464 pagine di formato “A4” con illustrazioni anche a colori (40,00 euro). “Quattro -ricorda il sindaco del paese lombardo, Gianfranco Lazzarini- sono i fratelli che al principio del 1500 daranno inizio alla gestione imprenditoriale delle Poste tassiane in Europa”. Figli del notaio Ruggero, furono Giambattista (che operò a Bruxelles ed a Innsbruck), Maffeo (in Spagna), Simone (a Milano e Roma), Davide (a Venezia e nel Tirolo). Senza trascurare Elisabetta (gestì Trento e Bolzano).
Il lavoro, scritto in italiano ed inglese, si apre con Davide, vissuto tra il 1473 ed il 1538. Ed ogni capitolo successivo è dedicato ad un altro personaggio, fra cui Ruggero (1520-1583), il vero artefice dell’iniziativa imprenditoriale nell’area. Seppe sfruttare la distensione dei rapporti tra Carlo V e la Repubblica veneta, uniti contro la minaccia ottomana in sviluppo nei Balcani e nel Mediterraneo. Nel 1540 ricevette la dignità di conte e di cavaliere dagli speroni d’oro e nel 1541 la nomina a maestro generale delle Poste imperiali (o di Fiandra) nella città lagunare. Successivamente la sua giurisdizione si estese a tutto il territorio veneto, e poi su, fino a Trento.
Il volume tratteggia inoltre le figure di Ferdinando, Ottavio, Ferdinando Giuseppe Niccolò, Leopoldo Ottavio e Carlo Ferdinando. Si inserisce nel progetto “I Tasso e l’Europa 2012-2018”, che avrà il suo epilogo quando scoccherà il mezzo millennio dalla morte di Francesco. Nel 2017.