Il progetto originale di una storia delle Poste in Italia, ma scritto in inglese? “L’avevo coltivato per oltre vent’anni e infatti la base della versione italiana deriva da quella sbozzatura”. Così annota l’autore di “Compendio di storia delle Poste in Italia dall’Antichità al Terzo millennio”, Giorgio Migliavacca, in questa intervista a “Vaccari news”. Quindi, una base condivisa, sia pure corretta ed integrata, ed ecco “Compendium of the history of the Posts in Italy from Antiquity to the Third millennium” (256 pagine con illustrazioni a colori, 35,00 euro). Entrambi i titoli sono stati editi dalla Collezionisti italiani di francobolli ordinari, ossia dalla Cifo.
“Lo scopo principale -prosegue l’autore- è di attirare un nuovo pubblico e servire come filo d’Arianna nel labirinto della storia postale italiana. Inoltre, per gli specialisti è talvolta utile avere a grandi linee un quadro della situazione generale: infatti non esiste nessun autore che abbia tentato di scrivere un «bigino» alla Bignami sulla nostra storia postale... Lo stesso discorso vale per accademici, storici e studiosi che, invece di vedere mille schede in biblioteche, hanno un lanternino volto a guidarli. E, alla fine, trovano pure una bibliografia succosa, capace di aiutare per ricerche più profonde ove necessario”.
Ma c’è un pubblico straniero interessato? “Da decenni ho osservato come in Francia, Germania, Regno Unito e Scandinavia si siano presi la briga di tradurre una buona fetta del sapere sulla filatelia e sulla storia postale dei rispettivi Paesi... Il risultato è che la domanda globale risulta più marcata e consistente. In Italia solo di recente si è cominciato a tradurre. Per fortuna esiste «Fil-Italia», la rivista dell’Italy & Colonies study circle; in oltre quarant’anni ha messo a disposizione migliaia di pagine di notizie ed appunti, oltre alla trasposizione di articoli firmati da studiosi come Valter Astolfi, Beniamino Cadioli, Aldo Cecchi e Luigi Sirotti, solo per citarne alcuni”.
Ed ora? “All’orizzonte, intanto, c’è la possibilità di realizzare una seconda edizione del volume in italiano per portarla al livello di quella inglese e forsanche ampliarla”.