Non solo i flussi umani che nell’Ottocento abbandonavano l’Italia per trovare fortuna in America Latina. Proprio l’emigrazione, anzi, ha originato una consistente attività postale, peraltro già nota agli appassionati.
“Stranamente però -commenta Umberto Del Bianco- almeno per quanto riguarda i trasporti Lavarello, gli studiosi che se ne sono occupati di solito si sono limitati ad esaminare solo quanto attuato dall’Amministrazione postale italiana, trascurando del tutto, o quasi, l’operato postale autonomo dell’armatore”. Quest’ultimo cercò di andare oltre una gestione passiva del servizio introducendo iniziative personali, “forse al limite della legalità, ma comunque ampiamente di uso corrente nei porti sud americani”.
La conseguenza sono documenti interessanti e poco conosciuti, protagonisti principali del libro “I servizi marittimi italiani tra Genova e i porti dell'America Meridionale” (212 pagine, 50,00 euro).
Protagonisti principali ma non unici: il lavoro di Del Bianco considera anche l’attività di altre compagnie italiane, fra cui la Transatlantica, nonché delle agenzie consolari tricolori che avevano sede a Montevideo e Buenos Aires.
La ricerca è preceduta da un quadro riguardante l’attività marittima europea in zona, risalente ai primi tempi della navigazione a vapore.
Tra gli approfondimenti figurano ruolini di viaggio, classificazioni delle lettere note, convenzioni e tariffari.