Prima del segreto venne la chiusura. Si potrebbe sintetizzare così l’ultimo lavoro di Giovanni Riggi di Numana, lavoro che l’autore, scomparso il 5 gennaio, non ha potuto vedere in distribuzione.
Ora “Il segreto epistolare nel periodo della civiltà della carta”, questo è il titolo completo, resta a ricordare il suo ampio ventaglio di interessi.
Il testo -si legge nella premessa- nasce dalla curiosità di capire come i nostri antenati chiudessero le loro corrispondenze epistolari, dal momento dell’arrivo della carta in Europa fino all’impiego delle «buste» e poco oltre”.
Ecco perché una buona parte del libro è riservata alla sigillatura dei plichi, operazione che nel tempo ha subìto diversi cambiamenti, anche in funzione del tipo di supporto impiegato. Non vengono, però, trascurati altri aspetti, ad esempio quello giuridico: le prime citazioni datano 1772, ma spesso ci si scorda che persino la Costituzione italiana del 1948 stabilisce, all’articolo 15, che la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
Al di là della ricerca bibliografica, l’analisi è estesa ai casi noti e individuati nel tempo. Senza avere la pretesa della completezza degli esempi, così come in ogni indagine empirica: “in verità -si legge- siamo noi che non ne conosciamo altri”.
Lo studio, organizzato in 228 pagine con illustrazioni a colori, è firmato dalle Edizioni libreria Cortina, che lo vendono a 50,00 euro.