Ha vent’anni e si intende degli ultimi due secoli di filatelia, in particolare di quella classica. Si chiama “Vaccari magazine”: con il n°39, appena uscito dalla tipografia, il semestrale sta per chiudere la seconda decade di attività. “Un percorso lungo -ricorda il fondatore e attuale direttore responsabile, Paolo Vaccari- nato agli inizi del 1989. Ne accennai anche ad Enzo Diena e Renato Mondolfo, i quali mi dissero che poteva essere un azzardo per l’immagine della filatelia se la rivista non avesse riscontrato pareri favorevoli, ma poi mi fecero gli auguri. Al progetto aderì sin da subito Maurizio Tecardi; per sei anni guidò la rivista, che scandisce gli appuntamenti commerciali veronesi”.
A tutto tondo gli argomenti inseriti nell’ultimo numero. Riguardano, ad esempio, una lettera spedita dagli Usa a Roma nel 1853 (l’articolo è di Massimo Moritsch), la corrispondenza civile nella Venezia Giulia tra il 1945 e il 1947 (Luigi Sirotti), i primi collegamenti ferroviari pugliesi (Vito Mancini), l’espresso granducale (Giuseppe Pallini), il 15 centesimi del 1863 (Adolfo Baffi), gli errori di composizione tipografica nelle produzioni modenesi (Paolo Vaccari).
Proseguono, inoltre, gli studi sui rapporti postali tra Lombardo Veneto e Toscana (di Lorenzo Carra) e sulle produzioni dentellate vaticane (Giovanni Fulcheris), che si affiancano alle rubriche.
Abbinata al periodico vi è la newsletter delle collezioni filateliche che fanno capo alla British library.