daily news magazine
editor Fabio Bonacina

27275 news from 8/3/2003

È il repertorio “Una montagna di francobolli” nella sua terza edizione risalente al 1998. Ogni emissione è approfondita negli aspetti storici, sociali, culturali ed economici

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Oltre il catalogo filatelico
Oltre il catalogo filatelico

Un riferimento imprescindibile per quanti vogliono approfondire i francobolli di San Marino, in quanto associa una significativa conoscenza delle cartevalori al contesto storico, sociale, culturale ed economico che vi sta dietro.

È il saggio di Maria Antonietta Bonelli “Una montagna di francobolli”, nella sua terza edizione che risale al 1998. L’azienda Vaccari ne ha reperita una copia, messa in vendita a 12,00 euro. Conta 290 pagine e 116 tavole per le immagini a colori. L’analisi inizia con la prima serie, quella con cifra o stemma dell’1 agosto 1877, e chiude con la PostEurop del 31 marzo 1998. Non mancano gli indici: delle stamperie, delle tematiche e degli argomenti, dei nomi di persona, dei luoghi nazionali.

“Questo -annotava nella presentazione l’artefice- non è un catalogo, né il suo autore ha alcun titolo o alcuna competenza per avere la pretesa di redigerlo. Ed allora le emissioni appaiono in stretto ordine cronologico, anche quando si riferiscono o completano serie già emesse. Insomma si voleva elaborare una storia del francobollo sammarinese e la storia, si sa, va ordinata secondo le date nelle quali i fatti si sono svolti”.


Funzionari postali di diversi Paesi iniziarono a scambiarsi idee che portarono al loro incontro quell’anno a Parigi, gettando le basi per l’Unione

Tra i francobolli di servizio
Tra i francobolli di servizio

Cosa distingue l’Unione postale universale dalle altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite? “È stata unica fin dalla sua creazione nel 1874”, risponde dalla sede -in quest’ultima parte dell’intervista di “Vaccari news”- Diego Avaria.

“Essendo la più antica organizzazione internazionale insieme all’Unione telegrafica internazionale (ora Unione internazionale delle telecomunicazioni), non aveva un modello da seguire. Va notato che le società scientifiche esistevano già nel XIX secolo ed erano gruppi di accademici ed esperti che collaboravano in aree comuni come medicina, fisica, biologia... Si incontravano semi-regolarmente in varie sedi per discutere questi argomenti. Erano esperti nel loro campo, non funzionari governativi; rappresentavano e prendevano parte a queste organizzazioni”.

“Ciò spiega le origini dell’Upu, dove specialisti, funzionari postali di diversi Paesi, iniziarono a scambiarsi idee che portarono alla riunione di Parigi nel 1863 e gettarono le basi per la sua creazione. Come per le società scientifiche, i delegati erano tutti conoscitori del settore. In altre parole, il loro incontro non è stato dettato dai più alti funzionari governativi (capi di Stato, ministri, deputati…), ma è avvenuto il contrario. In effetti, gli ufficiali postali hanno convinto i loro governi dell’importanza di creare l’Upu”.

Come nelle altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite, anche gli Stati sono membri dell’Upu. “Tuttavia, i loro rappresentanti alle riunioni sono stati e continuano a essere per la maggior parte funzionari postali, non diplomatici. E questo distingue tale struttura dalla maggior parte delle altre agenzie”.


L’influenza elvetica

Fin dalle sue origini, quindi, l’Unione è stata un’organizzazione internazionale tecnica, diversa dalle altre. A questo proposito, non è un caso che l’Upu sia stata fondata a Berna, capitale della neutrale Svizzera. I Paesi volevano lasciarsi alle spalle le devastazioni della Guerra franco-prussiana del 1870-1871. Non solo, il Bureau international (cioè il suo segretariato) era composto da dipendenti elvetici e fino al 1967 il direttore generale era un connazionale.

“La Confederazione svizzera ne mantenne la «tutela» fino al 1984. Certamente, tale influenza ha plasmato l’organismo e ha mantenuto l’attenzione sulla natura tecnica. Questa è anche una spiegazione del motivo per cui non aderì alla Società delle Nazioni nel 1920 e perché alcuni dei rappresentanti erano riluttanti all’ingresso dell’Upu nelle Nazioni Unite. Alla fine si unì all’Onu nel 1948, appunto come agenzia specializzata” (fine).

La sede della Dieta svizzera, dove l’Upu venne fondata nel 1874 (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)
La sede della Dieta svizzera, dove l’Upu venne fondata nel 1874 (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)

L’Unione svolge un ruolo consultivo, di mediazione e di collegamento; fornisce assistenza tecnica ove necessario; stabilisce le regole per gli scambi internazionali e formula raccomandazioni

Uno dei francobolli italiani dedicati all’Upu
Uno dei francobolli italiani dedicati all’Upu

Seconda parte dell’intervista per il secolo e mezzo dell’Unione postale universale; con “Vaccari news” c’è Diego Avaria, funzionario della stessa organizzazione.

Com’è oggi l’Upu? “È viva e vegeta!”, commenta l’esperto. “Nel 1874 il Trattato di Berna fondò l’Unione generale delle poste, una piccola organizzazione con -già lo si è detto- ventidue Paesi membri. Ha unificato un complesso labirinto di servizi e regolamenti in un solo territorio postale. Poco dopo, nel 1878, il nome cambiò in quello attuale, riflettendo davvero la sua universalità. Il numero delle adesioni è aumentato nel corso degli anni, poiché la maggior parte dei Paesi desiderava far parte di questa organizzazione di successo”. È sopravvissuta a due guerre mondiali e ad altre crisi planetarie. Attualmente ha raggiunto le centonovantadue partecipazioni.

L’Ufficio internazionale (il Bureau international) “ha iniziato con sei dipendenti, mentre attualmente ne coinvolge duecentocinquanta, provenienti da circa cinquanta Stati. L’Unione è il forum principale per la cooperazione nel settore; aiuta a garantire una rete veramente universale di prodotti e servizi aggiornati. In questo modo, svolge un ruolo consultivo, di mediazione e di collegamento; fornisce assistenza tecnica ove necessario. Stabilisce le regole per gli scambi internazionali e formula raccomandazioni, così da stimolare la crescita nei volumi per il corriere, i pacchi e i servizi finanziari, al tempo stesso migliorando la qualità del supporto per i clienti”.


Al suo interno

La struttura comprende quattro organi: il Congresso, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio delle operazioni postali e il già citato Ufficio internazionale. Supervisiona inoltre le cooperative Telematics and Express mail service (Ems), che seguono la consegna internazionale di posta espresso. In base alla missione dell’Upu, ogni Stato membro accetta gli stessi termini per lo svolgimento delle attività.

La lunga vita e la capacità di adattarsi alle mutevoli circostanze nel corso del tempo “riflettono il successo. Ciò è dovuto alla sua universalità, insieme a caratteristiche uniche: 1) è stata creata da funzionari postali di alto livello, 2) i delegati sono esperti del comparto e 3) il ruolo giocato dall’Ufficio internazionale”. “È passata dal XIX secolo con le lettere al XXI con il commercio elettronico e oltre”.

L’Unione “è stata e continua a essere un modello per le altre organizzazioni internazionali”, poiché resta una realtà tecnica e non politica. “Questo anniversario dovrebbe rappresentare una spinta, evidenziandola come pioniera e modello” (continua).

La struttura attuale dell’Unione postale universale; ha sede a Berna, in Svizzera
La struttura attuale dell’Unione postale universale; ha sede a Berna, in Svizzera

L’Unione postale universale raccontata dal suo interno grazie all’intervista a Diego Avaria, funzionario di quella che ora è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite

Intervistato all’Upu: è Diego Avaria
Intervistato all’Upu: è Diego Avaria

L’Unione postale universale è stata creata il 9 ottobre 1874 e quest’anno festeggia il suo centocinquantesimo anniversario. “Vaccari news” vuole celebrarla anche attraverso questa intervista con Diego Avaria. Funzionario presso lo stesso organismo, ha conseguito un dottorato in Relazioni internazionali con specializzazione in Storia internazionale presso il Graduate institute of international and development studies di Ginevra e un master in Pubblica amministrazione all’École nationale d’administration in Francia. È stato diplomatico e professore; ha scritto e curato saggi, capitoli di libri e articoli sulle relazioni internazionali e di storia.

“L’Upu -ricorda l’interlocutore- è una delle prime organizzazioni internazionali a promuovere la cooperazione e l’integrazione tra i Paesi. Ha aperto la strada a una forma unica di multilateralismo, coinvolgendo esperti postali di tutto il mondo, non diplomatici. Questi conoscevano bene la materia e desideravano soluzioni innovative, interconnesse e interdipendenti. Hanno trasformato problemi apparentemente insormontabili in successi che continuano ancora oggi”.


Modello per nuove organizzazioni

Fondata a Berna, l’Unione divenne un modello per nuove organizzazioni, anche dopo i disastri e il caos della Prima guerra mondiale. A questo proposito, il giornalista Leonard Woolf scrisse nel 1916: “L’Upu, dopo una vita di oltre quarant’anni, rimane il più completo e importante esempio di amministrazione internazionale… avendo con la sua nascita effettuato una rivoluzione”.

La parola “«rivoluzione» è molto appropriata poiché, prima dell’Upu, il sistema postale mondiale era frammentato. Una lettera che partiva da Torino e andava negli Stati Uniti poteva prendere uno qualsiasi di sei percorsi diversi. A seconda dell’itinerario, c’era una differenza di quasi venti volte nelle spese di spedizione. Il calcolo coinvolgeva non solo valute diverse, ma ogni Paese applicava tariffe con sistemi di pesi e misure differenti”.

“In risposta, i delegati di ventidue Stati, inclusa l’Italia, si riunirono nel 1874 ed elaborarono il Trattato di Berna. Ha definito tariffe postali uniformi (25 centesimi con oggetti inferiori a cinquanta grammi) per le lettere spedite all’estero in qualsiasi parte del mondo all’interno di trenta Nazioni firmatarie, concretizzando un unico territorio. Tale scelta è ora un modello unico e di successo per risolvere i problemi in questo mondo che cambia molto velocemente” (continua).

La diffusione dell’Unione agli esordi (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)
La diffusione dell’Unione agli esordi (da “L’Union postale universelle - Sa fondation et son développement”, Bureau international, 1900)

Quando il personaggio pubblico diventa francobollo tra citazioni e proteste. Oggi, su “Il venerdì” di “Repubblica”, è intervenuto Massimi Giannini

Massimo Giannini comincia dal francobollo
Massimo Giannini comincia dal francobollo

Che il quotidiano “La repubblica” abbia riscoperto i francobolli? È di pochi giorni fa l’intervento di Filippo Ceccarelli, nell’ambito della rubrica “Indizi neurovisivi”, in cui, citando il piano “Mattei” voluto dal Governo, approfondisce la figura dell’imprenditore e mostra il francobollo da 45 centesimi dedicatogli, risalente al 29 aprile 2006.

Oggi il bis, segnalato dal lettore di “Vaccari news” Maurizio Amato. Sempre per “Il venerdì”, è stata la volta di Massimo Giannini che, nel contesto di “Circo massimo”, ha scritto di Giovanni Gentile. Questa volta avendo come spunto proprio l’emissione, peraltro non la prima, registrata il 10 aprile scorso e dedicata al filosofo, la cui memoria resta discussa.

Intanto, non si contano gli interventi, positivi e negativi, riguardanti l’annunciata carta valore per l’imprenditore e politico Silvio Berlusconi (è prevista per il 29 settembre, giorno in cui era nato). C’è pure una petizione avviata da Wikimafia - Libera enciclopedia sulle mafie: attraverso Change.org, si rivolge al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo che il tributo non venga concretizzato. In questo momento, vi sono 9.687 firme.


Raffinata e forte
26 Apr 2024 16:31 - FROM ABROAD
Così dalla Fondazione che ne perpetua il nome descrivono Menchu Gal. La pittrice è stata citata in un foglietto di Spagna

“Una delle artiste più raffinate e forti del XX secolo”. Almeno secondo la Fondazione che ne porta il nome; è Menchu Gal (1919-2008).

“Ha prodotto un’opera interessante e vasta, considerata dalla critica e dagli storici come una delle più significative tra quelle realizzate da una pittrice” di Spagna nel corso del Novecento. Come altri, non era sicura del lavoro fino agli ultimi istanti. Con la morte, e in pochi anni, la sua attività cresce, si consolida ed emerge come una fra le più corpose. Paesaggista e ritrattista dell’anima delle terre locali e dei migliori personaggi del tempo, propone un dipinto forte, fauvista, tra il cubista e l’espressionista, ma sempre vitale, fresco e sintetico.

L’introduzione è necessaria per segnalare il foglietto da 5,50 euro emesso da Madrid il 26 marzo. È dedicato alla donna e propone l’olio su tela “Spiaggia di Fuenterrabía”, una località basca.

La “Spiaggia di Fuenterrabía”, lavoro realizzato da Menchu Gal
La “Spiaggia di Fuenterrabía”, lavoro realizzato da Menchu Gal


Due le contestazioni, piuttosto simili fra loro, mosse negli ultimi giorni dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

In entrambi i casi, le contestazioni firmate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni riguardano la condotta di attività postale nonostante mancasse il previsto titolo abilitativo. Nel secondo frangente, con l’aggravante di non aver risposto alle richieste di informazioni presentate dalla stessa Agcom.

Morale, la Omest di Bolzano, titolare della piattaforma digitale Europacco.com, ha pagato una sanzione di diecimila euro, salita a dodicimila per la milanese Salesteam, che agisce attraverso il riferimento Spediamo.it.

In entrambi i casi, le aziende richiamate gestiscono piattaforme dedicate all’invio di pacchi
In entrambi i casi, le aziende richiamate gestiscono piattaforme dedicate all’invio di pacchi

Le Federazioni filateliche di Norvegia e Svezia hanno concordato di cooperare in fatto di presenze web. Dovrebbe essere il primo passo per ulteriori iniziative

Paesi nordici sempre più integrati, anche nelle questioni apparentemente secondarie. Ma quando si può risparmiare... Non è un caso se la notizia è stata citata dalla Federation of european philatelic associations come possibile esempio da replicare.

Riguarda Norsk philatelistforbund e Sveriges filatelistförbund, ovvero le Federazioni dei collezionisti di Norvegia e Svezia. Hanno firmato un accordo di cooperazione in materia di siti web, il che, fra l’altro, “a lungo termine porterà a entrambe le parti vantaggi in termini di costi”.

Sono in corso inoltre confronti sulla vendita reciproca di abbonamenti, letteratura e così via. Si prevede che la collaborazione possa essere estesa al resto dell’area.

Norsk philatelistforbund e Sveriges filatelistförbund lavorano insieme
Norsk philatelistforbund e Sveriges filatelistförbund lavorano insieme

Occupazioni, uffici all’estero, colonie e posta militare tra i settori affrontati dall’asta Vaccari fissata per il 18 maggio

Il 903 (prezzo di partenza, 1.300 euro)…
Il 903 (prezzo di partenza, 1.300 euro)…

I settori che gli appassionati di storia sanno apprezzare, perché li inquadrano in ambiti più ampi. Sono alcuni di quelli che la filatelia nazionale consente, come dimostra l’asta firmata dalla società Vaccari il 18 maggio.

Per esempio, le occupazioni, a cominciare da Fiume, dove spicca il frammento con il francobollo d’Ungheria tipo “Mietitori” a cifre bianche da 10 filler carminio, soprastampato a macchina. In catalogo è il lotto 903 (complessivamente sono 1.438) e parte da 1.300 euro.

Ci sono pure gli uffici all’estero, fra cui la busta da Susa (Tunisia) a Palermo dell’11 gennaio 1885 con il 20 centesimi giallo arancio soprastampato appunto “Estero” (863, 350).

Di Colonie si fanno notare il 15 centesimi su 5 anna per il Benadir con sovrastampa di Zanzibar spostata e traccia di linguella (882, 600), nonché la cartolina da Mogadiscio a Gemona del Friuli (Udine) del 4 ottobre 1936 con due tagli del 20 centesimi appartenente alla II emissione della “Pittorica”, uno dei quali frazionato e non tassato (899, 170). Oppure, di Tripolitania occupata dal Regno Unito, la busta da Firenze del 6 novembre 1951 indirizzata a Empoli ma inviata a Tripoli per errore, gravata per 14 lire dell’Amministrazione militare attraverso gli appositi segnatasse (901, 1.500). Quasi completa e con le maggiori rarità del periodo la collezione dal 1912 al 1942 con emissioni generali, Africa Orientale, Etiopia e Libia montata in tre album (1.087, 19.000).

Per la posta militare ecco la cartolina illustrata da Genova per la città del 25 maggio 1939; presenta il 10 centesimi “Proclamazione dell’Impero”, l’annullo e il lineare entrambi riferiti al “Concentramento posta speciale - Genova”, riguardante la Guerra di Spagna (913, 500). Per questo settore occorre segnalare la raccolta che verrà smembrata: una parte iniziale, riferita al Primo conflitto mondiale e presentata ora, comprende i lotti dal 929 al 968; sono lettere e cartoline singole o raggruppate, trattando inoltre corrispondenze di prigionieri o dirette oltreconfine.

Per inviare le offerte via lettera, fax, posta elettronica o sito, ma anche per iscriversi alla sessione “live” se non si preferisce partecipare di persona a Vignola (Modena), c’è tempo fino alle ore 17 di venerdì 17 maggio. Buona ricerca!

…e il 901 (1.500): sono due dei lotti segnalati nella notizia; riguardano l’asta Vaccari del 18 maggio
…e il 901 (1.500): sono due dei lotti segnalati nella notizia; riguardano l’asta Vaccari del 18 maggio


Un comunicato stampa firmato dal presidente del Tribunale, Mauro Pusceddu, evidenzia le difficoltà interne e come il servizio offerto dall’operatore non stia funzionando

Scelta piuttosto inusuale per un ufficio pubblico qual è il Tribunale di Nuoro. Firmato dal suo presidente, Mauro Pusceddu, è stato diffuso un formale comunicato stampa circa la situazione. Situazione che viene definita “francamente drammatica”.

Dal 2019 a oggi, l’ufficio notifiche -vi si legge- “ha perso otto funzionari e presenta una scopertura prossima all’87%... Non mi dilungo nella geografia del territorio che certamente non aiuta se un ufficiale deve notificare lo stesso giorno a Fonni, a San Teodoro e Bitti”. A settembre ne rimarranno solo due, cui si aggiunge la dirigente.

Ricordando che “ogni processo penale o civile e qualsiasi richiesta di giustizia del cittadino passa attraverso un atto fondamentale: la notifica. È l’avvio di un processo, il passo cruciale per ottenere uno sfratto, un risarcimento danni, per riottenere il lavoro, per vedere un figlio”.

Nella difficoltà oggettiva, ci si rivolge a Poste italiane. Tale servizio, “che doveva decongestionare… non sta funzionando. Ha una percentuale di notifiche fallite elevatissima”. Le udienze che saltano per tale motivo sono nell’ordine di un centinaio alla settimana. “Duole constatare che il destinatario viene dichiarato irreperibile, salvo diversa verifica delle Forze dell’ordine che, troppo spesso, invece reperiscono prontamente chi era dato per scomparso. Per il giudice penale, la possibilità di avvalersi della Polizia giudiziaria non è però una soluzione. È un’altra conseguenza del problema”.

Secondo il presidente del Tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu, il servizio notifiche di Poste italiane non funziona
Secondo il presidente del Tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu, il servizio notifiche di Poste italiane non funziona


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