Il francobollo austriaco dedicato al Dalai-lama, che nel 2005 compirà settant’anni, non si farà. “Per un breve periodo –confermano alla stessa amministrazione postale, sollecitata da «Vaccari news»- c’è stato un confronto sull’argomento, poi abbiamo deciso di soprassedere”. Per la retromarcia, insomma, non ci sarebbero motivazioni precise: “Parecchie proposte che vengono esaminate non sono poi concretizzate in quanto emettiamo circa trentacinque esemplari l’anno, numero troppo esiguo per tutti i possibili francobolli”. Diversa è la spiegazione che circola in ambienti politici radicali, secondo i quali, dietro l’accantonamento del progetto, ci sarebbe l’Ambasciata della Cina popolare a Vienna. “Le Poste –si legge nel documento, che cita anche il ministero agli Affari esteri- non avrebbero voluto correre il rischio di mettere in pericolo le relazioni economiche cino-austriache a causa di un francobollo”. Nel giro di poche settimane è la seconda volta che si ipotizza il veto di Pechino nei confronti di produzioni postali. Il 7 settembre scorso “Vaccari news” aveva segnalato l’improvvisa sostituzione di un francobollo delle Nazioni Unite, “colpevole” di riportare la bandiera di Formosa.
Dopo l’Onu, anche l’Austria cede alle pressioni cinesi?
03 Nov 2004 00:00 - FROM ABROAD