Addio ai centri postali operativi (Cpo), strutture che sempre più appartengono ad un mondo condannato all’estinzione. Un processo in atto da tempo ma che oggi si avvia verso l’epilogo. Secondo Poste italiane, infatti, risulta vincente centralizzare il processo in pochi Cmp (centri di meccanizzazione postale), dove a farla da padrone è l’alta tecnologia. In Lombardia, ad esempio, passa il 25-27% del traffico nazionale ma solo il Cpo di Sondrio è effettivamente attivo, in quanto sede troppo decentrata rispetto al resto della rete. Tutti gli altri sono ormai diventati dei semplici punti di transito da e per i Cmp. Il più grande Cmp tricolore è quello di Peschiera Borromeo (Milano), che ogni giorno lavora 3,7 milioni di oggetti: le corrispondenze normali sono 2 milioni, il resto confezioni voluminose ed assicurate. Macchinari periodicamente rinnovati permettono, se necessario, di raddrizzare gli oggetti e poi di timbrarli, leggere con l’occhio elettronico l’indirizzo e convogliarli a destinazione (oggi 1.100 mete diverse, ma presto potrebbero raddoppiare), opportunamente confezionati ed etichettati. L’uomo interviene solo nel caso non sia possibile la comprensione automatica dell’indirizzo: le immagini dei plichi (non più, come si faceva una volta, gli originali) arrivano sui computer di uno speciale ufficio che “interpreta” calligrafie ed indicazioni poco chiare, in modo da assicurare il risultato finale. A permettere alle macchine di instradare correttamente il plico sono le due sequenze di barrette ormai abituali: quella nera indica il codice postale (per ora a cinque cifre, ma si sta valutando di estenderlo a nove per garantire una suddivisione più puntuale). Quella rosa, invece, costituisce l’“immagine” della busta; attraverso particolari lettori permette di registrare l’ingresso e l’uscita del plico dal sistema e lo rende disponibile alle lavorazioni.
Cpo addio. Lavorazioni postali sempre più centralizzate
18 Set 2006 00:00 - NEWS FROM ITALY