Assomigliano ai francobolli per impostazione grafica e formato; spesso risultano addirittura dentellati. Ma sono gli erinnofili, cioè i chiudilettera. Fino al termine degli anni Trenta -scrive Eupremio Malorzo dell’Associazione nazionale collezionisti erinnofili- tale collezionismo “aveva avuto un grande rilievo essendo affiancato molto spesso alla filatelia”. Esistevano riviste e sodalizi, incontri e convegni. Tutto è cambiato nel dopoguerra: con l’avvento dei grandi mezzi di comunicazione, il settore è andato scomparendo, fino ad essere completamente dimenticato.
Dimenticanza, tuttavia, non vuole dire mancanza di appeal. Lo dimostra il suo “Catalogo degli erinnofili italiani – Bolli commemorativi dal 1860 al 1945” (272 pagine a colori, 32,00 euro) che cerca di repertoriare i bolli commemorativi, cioè quelli che avevano uno specifico evento da annunciare o ricordare. Escludendo, dunque, etichette propagandistiche (oggetto di un altro catalogo previsto per il 2007), assistenziali, pubblicitarie o reggimentali.
Nonostante il taglio selettivo, in dieci anni ne ha individuati quasi quattromila, repertoriati cronologicamente e valutati nel volume. Volume per il quale ha collaborato anche il Museo della figurina di Modena, recentemente rinnovato.
Partendo dal primo reperto scoperto (un “Soccorso a Garibaldi” del 1860), si procede attraverso temi, immagini e stili che testimoniano le attese, i dibattiti, le speranze e le mode del tempo, dalle “Esposizioni riunite” svoltesi a Milano nel 1894 al “Pro Candia” del 1897, dal “Circuito di Bologna della Coppa Florio” datato 1908 al “IV Centenario della morte di Raffaello Sanzio”, celebrato nel 1920.
Non mancano i legami più stretti con i francobolli, come i non emessi e da taluni considerati erinnofili (il “Nozze d’argento” di re Umberto I con la regina Margherita) o regolari emissioni trasformate in etichette (i “Fratelli Bandiera” della Rsi, esemplari impiegati dopo la Liberazione per promuovere il “Convegno filatelico nazionale” a Venezia).
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