Le vicende postali nell’ultima parte del Regno, ossia dal 1919 al 1945. Nuovo appuntamento con il progetto editoriale di Laterza intitolato “Le poste in Italia”, giunto al terzo volume cui occorre aggiungerne uno introduttivo.
Curato da Andrea Giuntini, in 316 pagine (28,00 euro) punta non solo sugli aspetti più battuti dal mondo collezionistico, ma allarga l’occhio ad altri temi, in realtà strettamente correlati. Come le riforme interne, il lavoro e l’organizzazione degli uffici, il sindacalismo, la “concorrenza” causata dalle telecomunicazioni, il risparmio, la posta aerea e le tecnologie, i palazzi (un capitolo che meriterebbe un lavoro a sé, decisamente più iconografico), la presenza all’estero. Non è un caso se, tra i collaboratori, l’unico... militante nel settore filatelico è Bruno Crevato-Selvaggi, mentre tutti gli altri sono docenti (oltre allo stesso Giuntini, vi figurano Leandro Conte, Mauro Cozzi e Giovanni Paoloni) o comunque professionisti della ricerca storica (Mario Coglitore, Marina Giannetto e Gianfranco Petrillo).
“La Prima guerra mondiale -spiega a «Vaccari news» il curatore- impose al servizio postale italiano una serie di mutamenti profondi. Sono mutamenti che provocarono malumori e disagi, soprattutto attorno alle questioni amministrative e burocratiche. Da un lato occorreva gestire una struttura sovradimensionata rispetto alle nuove esigenze, in quanto il traffico postale, dopo il boom da e per il fronte, ritornava a carichi più modesti. Dall’altro, la produzione e l’innovazione tecnica spingevano nel senso opposto. Da qui la necessità di una riforma che razionalizzasse l’intero servizio. Paradigma di una situazione che interessava un po’ tutto il mondo produttivo nazionale degli anni Venti”.
In base alle attese, a completare il progetto rimangono ancora due volumi.