Non sarà la più lunga del mondo ma, certo, è... ben articolata. “È una lettera -ha detto il mittente, Alberto Salza- che ho indirizzato all’Africa, dove ci vivo, per chiedere scusa e capire”. L’antropologo dà così l’avvio al progetto “Letter to Africa”, con cui uomini e donne di tutto il mondo verranno invitati a scrivere la propria missiva al continente nero.
La proposta rappresenta un dettaglio di un programma più ampio, che troverà il suo epilogo sabato 6 ottobre alle ore 16, presso il teatro “Dal Verme” di Milano (via San Giovanni sul Muro 2, ingresso libero). È il “Festival delle lettere 2007”, evento “dedicato alla scrittura in carta, penna e francobollo”. Il pomeriggio verrà presentato da Omar Fantini e Alessia Ventura e sarà tutto basato sul messaggio epistolare: comico, video, di carcerati o ragazzi, dal direttore e “bonsai”...
Senza naturalmente dimenticare il concorso, che ha coinvolto oltre duemila persone. Hanno risposto, persino in braille, alle sollecitazioni degli organizzatori, cioè l’Associazione culturale 365 gradi di Cernusco sul Naviglio. Tra i percorsi suggeriti, cosa scrivere al genio della lampada. I partecipanti si sono sbizzarriti: c’è il bimbo che cerca un aiuto per pulire l’argenteria della mamma, la ragazza che vorrebbe sognare il nonno almeno una volta al mese, i ricordi della signora, i desideri del caporale in Irak. “Gli adulti -ha detto per i promotori Luca Carminati- sono rimasti negli schemi, i bambini non si sono dati limiti”, individuando richieste su richieste. Così, c’è chi vorrebbe giocare a carte con Bin Laden e chi avere i capelli, chi chiede di “riconsegnarci la libertà” e chi desidererebbe, più prosaicamente, avere meno brufoli.
Ma l’attenzione non si è focalizzata solo sullo scritto. “Per spedire una lettera -precisa il presidente, Marco Sachet- ci vuole una busta”. In genere è neutra, non comunica, da qui l’idea di coinvolgere degli artisti: i plichi personalizzati saranno posti in vendita a 500,00 euro per aiutare l’Associazione volontari per il servizio internazionale a costruire una clinica a Lagos, in Nigeria.