In che modo gli antichi mercanti comunicavano fra loro e si suddividevano gli spazi? Un sistema certo inconsueto è svelato dallo studioso di glittografia (cioè di incisione su pietra) e simbolismo medievale Ferdy Hermes Barbon, il quale ha esaminato il fondaco dei Tedeschi di Venezia, oggi più noto (guarda caso) come palazzo delle Poste centrali.
La ricerca ha permesso di individuare, almeno per ora, 183 segni localizzati su colonne, ripiani, finestre, muri, facciate, zoccoli. La maggior parte dei segni -spiega l’esperto- è costituta da simboli che, presumibilmente servivano a segnalare un’appartenenza di quel luogo ad uno specifico operatore. Marchi di identità, insomma, sui quali si concentra lo studio “I segni dei mercanti a Venezia nel fondaco dei Tedeschi”. Buona parte delle 96 pagine, tutte in bianco e nero, è dedicata alla riproduzione di tali simboli e a indicare la loro posizione nell’edificio.
Edito da Antiga, ha prezzo di copertina di 12,00 euro.