Il francobollo da 85 centesimi, almeno stando ai programmi non ancora aggiornati, è previsto in una data imprecisata di questo mese, ma appare sempre più improbabile che arrivi. Di certo, non con l’attuale titolo, “Esposizione mondiale di filatelia «Italia 2008»”.
Perché, come minimo, per la manifestazione si parla del 2009, più facilmente dell’autunno 2009, magari ottobre. L’argomento è stato sollevato anche dieci giorni fa, durante la cerimonia inaugurale di “Romafil”, ma “Vaccari news” ha voluto saperne di più.
La più convinta sembra essere il direttore della divisione filatelia, la quale è sostenuta anche dall’amministratore delegato, Massimo Sarmi. “Sembra -ammette Marisa Giannini- che ci sia la condivisione tra ministero alle Comunicazioni e Poste. Nel 2009 ci potrebbero essere i presupposti: due anni di lavoro sono accettabili, e la sede potrebbe essere il palazzo dei Congressi, all’Eur”, lo stesso che ha ospitato il recentissimo salone del francobollo.
Non è un caso se il presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Piero Macrelli, ha effettuato un primo sopralluogo alla struttura, ritenendosi soddisfatto dei risultati. Via libera anche per la data. “Bisogna, però, che Poste decida entro fine anno”, dice il rappresentante dei circoli. “Nel 2009 avremo anche la manifestazione di Montecitorio, che potrebbe essere un buon lancio per la mondiale”. E la formula? “La Fédération internationale de philatélie -prosegue Macrelli- deve essere coinvolta, altrimenti si fa fatica ad interessare le altre nazioni. Poi, discutiamo nei dettagli la formula, scegliendo magari solo alcune classi”.
Non così concorde è il presidente dell’Associazione filatelisti italiani professionisti, Carlo Catelani. “Va bene se facciamo un festival mondiale della filatelia, ma personalmente credo poco alle mondiali Fip. Credo molto, invece, nelle iniziative di propaganda. Va bene tutto sulla formula, ma la Fip non mi sembra indispensabile. Il mio terrore sono gli ottomila quadri di Roma del 1985 o le incomprensibili tematiche viste a Genova nel 1992”. E il calendario? “Due anni -conclude Carlo Catelani- rappresentano un tempo ragionevole”.