“In quelle cartoline e in quelle lettere ci sono il mio entusiasmo e la mia incoscienza di ragazzo, le bugie che raccontavo perché non stessero a preoccuparsi, ma anche la nostra miseria quando chiedevo cibo, polvere insetticida per i pidocchi, aghi e filo per rammendare, carta da lettere”. Così il “sergente nella neve” Mario Rigoni Stern racconta la sua guerra particolare, quella contro le difficoltà per scrivere dal fronte a casa (“allora -ammette- non mi rendevo conto che il cognome Stern poteva suscitare sospetti”) o per ricevere (“la censura era un cumulo di divieti, e i divieti aguzzano l’ingegno”).
L’inconsueta testimonianza apre il n°24 di “Storie di posta”, la rivista dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale, che nelle sue 96 pagine (prezzo di copertina 6,00 euro) offre diversi altri contributi. Come “Una strana cosa chiamata «non emesso»”, in cui Franco Filanci incasella le varie produzioni che nel tempo hanno registrato problemi e non sono arrivate agli sportelli, almeno in via ufficiale. Fra queste cita il pubblicitario della Perugina, i commemorativi sammarinesi “Ventennale dei fasci”, il presunto ordinario da 900 lire “Donna nell’arte”.
Danilo Bogoni, con “Tanto lavoro per poco”, presenta i bozzetti non utilizzati ed ora conservati all’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente di Roma. Furono raccolti nel 1936 attraverso un concorso destinato a dare all’Africa Orientale una nuova serie, probabilmente organizzata con emissioni autonome per ogni area in cui era stata suddivisa (Addis Abeba, Amara, Eritrea, Galla e Sidama, Harar, Somalia).
Luigi Ruggero Cataldi prosegue, con “Lo scambista è nel casotto”, a valorizzare “i protagonisti meno conosciuti del servizio postale”, nel caso specifico colui che collega l’ultima fase del trasporto con le operazioni di recapito.
Più antico è il periodo su cui si concentra Lorenzo Carra. “Sulle orme di Goethe” propone la testimonianza di un giovane svedese che, nel 1834, compie il “grand tour” d’Italia, anche allora di moda.
Con “I tanti modi di leggere una lettera”, Riccardo Ajolfi riprende “La lettera e la storia postale”, cioè gli “appunti per operatori dei beni culturali” firmati a quattro mani da Clemente Fedele e Giorgio Tabarroni.
Chiudono il numero le rubriche, ossia “Spunti & appunti”, “Posta & risposta”, “Novità di posta & dintorni”, “Il club dell’occhio attento”.