Non solo le grandi città, anche i paesi più minuti subiscono i disservizi di Poste italiane. Così, il Coordinamento nazionale piccoli comuni italiani, “dopo aver svolto una doverosa analisi sulla situazione di autentico disagio sociale provocato”, chiede le dimissioni dell’intero vertice della società. “Dalle valli alpine ai monti siciliani -si legge in una nota- il disagio prodotto da Poste italiane ai cittadini è notevole come dimostrano le migliaia di proteste che arrivano quotidianamente al Coordinamento piccoli comuni. Per milioni di cittadini residenti nei piccoli comuni, soprattutto quelli montani, il livello di disservizio ha raggiunto limiti inaccettabili”. In molti luoghi il recapito non è adeguatamente e nei tempi dovuti garantito, e per numerose località il servizio a giorni alterni è ormai prassi consolidata. Un disagio che investe anche le aree metropolitane e soprattutto i quartieri più popolari delle grandi metropoli. “La situazione -commenta il portavoce dei Piccoli comuni, Virgilio Caivano- è destinata a peggiorare con l’approvazione da parte dell’Unione Europea di misure che vanno verso la privatizzazione del servizio postale in Europa”. Privatizzazione che dovrebbe tornare all’Europarlamento proprio questa settimana. In materia di ritardi, nei giorni scorsi le associazioni dei lavoratori postali hanno addirittura predisposto una lettera tipo, in cui si rivolgono ai sindaci delle zone coinvolte, invitandoli ad incontri informativi. Nel documento ammettono che “non vengono garantite le prestazioni assicurate nel contratto di programma in essere fra Poste ed il Governo e dalla carta della qualità sottoscritta con le associazioni dei consumatori”.
Piccoli centri: il servizio non va
28 Gen 2008 12:31 - NEWS FROM ITALY