Non solo l’Italia, anche San Marino ripensa la sua organizzazione postale, completando un esperimento in gestazione da diversi anni. È un dato di fatto la firma dell’accordo fra il segretario di stato per le Finanze, Stefano Macina, e le Federazioni del pubblico impiego.
L’intesa -precisano dal monte Titano- “non prevede aumenti di personale, ridistribuisce fra i portalettere il carico di corrispondenza, ridisegna tutte le zone postali, mantenendo il più possibile il riferimento ai confini dei castelli, recupera completamente alcune disfunzioni e ritardi che si sono verificati in passato”.
Intanto, si opera per completare l’informatizzazione agli uffici postali, il più antico dei quali, come ricorderà il 26 febbraio un francobollo, risale al 1833. Due, “a breve”, le sedi da aggiornare, “nella prospettiva di completare il processo nel corrente anno”.
E, soprattutto, si lavora per ridefinire i rapporti con Poste italiane, a partire dalla Convenzione bilaterale del 1923. Già nello scorso anno San Marino aveva comunicato alla controparte la volontà di ridiscuterne i contenuti. L’obiettivo ultimo è “rendere sempre più autonome le Poste sammarinesi e allinearne la funzionalità ed i servizi al cittadino con i più avanzati sistemi europei”.