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editor Fabio Bonacina

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Gli esiti di un progetto che ha coinvolto Padova e Verona

Anche Padova (qui la sede di corso Garibaldi 25) coinvolta nel progetto inesitate
Anche Padova (qui la sede di corso Garibaldi 25) coinvolta nel progetto inesitate

L’“ultimo miglio”, cioè la consegna fisica delle corrispondenze a domicilio, resta tra gli elementi più delicati del servizio. Specie la gestione delle inesitate, cioè delle missive -in particolare quelle registrate- che non è stato possibile consegnare. Anche perché il portalettere, al suo passaggio, trova sovente case vuote: il destinatario è al lavoro, e magari sono assenti le figure alternative, come i parenti anziani o il portinaio.

Sul problema, Poste italiane ha compiuto un esperimento, articolato in due opzioni. Nella prima, il portalettere, dopo aver verificato l’assenza dell’interessato, lasciava un avviso nel quale si informava che sarebbe stato effettuato un secondo tentativo nello stesso pomeriggio, tra le ore 17 e le 20. Nella seconda modalità, invece, l’operatore doveva individuare prima i destinatari ai quali avrebbe potuto consegnare sicuramente posta a firma (negozi, uffici, enti, condomini con portiere...), separandoli dai restanti. A questi ultimi la consegna sarebbe stata effettuata solo nel tardo pomeriggio.

Il progetto sperimentale ha interessato per due mesi i centri primari di distribuzione di Padova Antenore (24 zone) e Verona Viviani (29), ed ora sono arrivati i risultati.

Con la prima opzione -precisano da Poste italiane- a Padova si è potuto verificare che su 7.470 raccomandate e assicurate in totale avviate alla consegna nei giorni della sperimentazione, 1.898 (ossia il 25%) sono risultate inesitate. Di queste, 842 sono state riportate a domicilio nel pomeriggio. La quota di non consegnate si è dunque ridotta dal 25% all’11%. Risultati simili sono stati ottenuti a Verona: su 2.989 oggetti a firma, i non assegnati sono scesi dal 19% al 3%, valore equivalente ad un centinaio di plichi.

Numeri incoraggianti pure con la seconda modalità. A Padova, la quota di missive non consegnate è stata del 9,8%; a Verona del 6,1%.

Dati alla mano, il progetto “è molto promettente sia per i residenti delle grandi aree urbane (dove il fenomeno inesitate è più evidente) che per Poste italiane”, la quale punta ad offrire un servizio migliore ed a rendere più efficiente il lavoro dei portalettere e degli uffici postali.

Adesso la sperimentazione è oggetto di analisi, per verificare una sua applicazione definitiva in aree e con modalità non ancora definite.

I plichi registrati e non consegnati comportano un disservizio per gli utenti, ma al tempo stesso rappresentano un aggravio di lavoro per Poste (nella foto, la lavorazione delle corrispondenze non consegnate); da qui il tentativo di trovare formule diverse per il recapito
I plichi registrati e non consegnati comportano un disservizio per gli utenti, ma al tempo stesso rappresentano un aggravio di lavoro per Poste (nella foto, la lavorazione delle corrispondenze non consegnate); da qui il tentativo di trovare formule diverse per il recapito



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