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editor Fabio Bonacina

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Da Giorgio Napolitano il monito: la legge finanziaria prevede solo dodici ministeri

La vittoria di Gianni Alemanno al Comune di Roma, confermata ieri dall’esito del ballottaggio, ha permesso di eliminare un’altra variabile nel mosaico del “totoministri”. Salendo in Campidoglio, l’ex responsabile delle Politiche agricole e forestali nel “Berlusconi II” e nel “Berlusconi III” esce dalla rosa dei possibili candidati per la nuova compagine governativa. Tra le diverse ipotesi dei giorni scorsi, infatti, il suo nome era abbinato al Welfare.

Rispetto al passato, l’Esecutivo dovrebbe risultare particolarmente snello. Come ha ricordato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la legge finanziaria 2008 ha ripreso una norma inserita nel decreto legislativo 300 del 30 luglio 1999 e poi accantonata; prevede un massimo di dodici ministeri e un numero non superiore a sessanta per “i componenti del Governo a qualsiasi titolo, ivi compresi ministri senza portafoglio, vice ministri e sottosegretari”.

A farne le spese sarà anche l’attuale dicastero alle Comunicazioni: in base al provvedimento, le funzioni, i compiti e le risorse in materia di poste e telecomunicazioni dovrebbero confluire alle Attività produttive. L’area funzionale, probabilmente guidata da uno specifico dipartimento, è definita “comunicazioni e tecnologie dell’informazione”; sarà competente per i “servizi postali e bancoposta, con particolare riferimento alla regolamentazione del settore, ai contratti di programma e di servizio con le Poste italiane, alle concessioni ed autorizzazioni nel settore dei servizi postali, alla emissione delle carte valori, alla vigilanza sul settore e sul rispetto degli obblighi di servizio universale”.

Per il ministero alle Attività produttive, in questi giorni sono circolati diversi nomi, fra i quali quelli di Roberto Maroni (Lega) e Claudio Scajola (Pdl).

In base alle valutazioni odierne, il Governo potrebbe giurare il 9 o il 10 maggio.

Punto di domanda per il futuro dell'attuale ministero delle Comunicazioni
Punto di domanda per il futuro dell'attuale ministero delle Comunicazioni



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