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editor Fabio Bonacina

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Il 19 maggio 2007 l’apertura al pubblico della sezione, ospitata presso il Museo bolognese

Uno degli armadi che custodiscono le collezioni di Giorgio Tabarroni
Uno degli armadi che custodiscono le collezioni di Giorgio Tabarroni

Un anno fa l’inaugurazione formale, ed ora i bilanci. Anche perché si tratta di un allestimento particolare: due collezioni filateliche riguardanti Italia e Malta, montate sui caratteristici fogli d’album usati dagli appassionati e conservate in speciali bacheche estraibili, dal 19 maggio 2007 sono esposte stabilmente a Bologna presso il Museo civico del Risorgimento, in piazza Carducci 5.

“Vaccari news” ha intervistato Otello Sangiorgi, che dal 1985 dirige la struttura. Cosa vuol dire un percorso di questo genere per un Museo del Risorgimento? “Potrei cavarmela -spiega- dicendo che le prime emissioni celebrative italiane riguardano proprio il Risorgimento e Garibaldi, che tra l’altro è il personaggio di gran lunga più raffigurato (a parte i sovrani d’Italia) nei nostri francobolli. Più in generale, lo Stato italiano nasce nel Risorgimento, che ne costituisce il mito fondativo, e quindi il nesso tra questo e i francobolli è tutt’altro che casuale, dal momento che per decenni essi furono per lo Stato che li emetteva, come scrisse Federico Zeri, «il mezzo figurativo più stringato e concentrato di propaganda». Infine, l’Ottocento è stato un secolo cruciale dal punto di vista della storia delle comunicazioni postali, epoca di grandi sperimentazioni e di grandi mutamenti”.

Perché è stato introdotto questo percorso? “Il motivo determinante è stata la decisione del professor Giorgio Tabarroni di lasciarci la propria collezione di filatelia e storia postale, a condizione di esporla in permanenza nelle sale. D’altra parte, come Museo abbiamo deciso di impegnarci a fondo per ottemperare tale disposizione: progettando e realizzando, a costi accettabili dagli sponsor, attrezzature espositive che permettono un utilizzo ottimale dei ristretti spazi a disposizione; reperendo il denaro necessario, tra l’altro chiedendo e ottenendo finanziamenti regionali; coinvolgendo un volontario il cui contributo si è rivelato determinante. È ovvio che non ci saremmo dati tanto da fare se non avessimo creduto alla validità culturale dell’operazione”.

“Il significato è maggiore se si considera che, in Italia, le sole istituzioni museali note in cui i francobolli sono coprotagonisti appartengono al settore, ossia il Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa di Trieste e il Museo storico delle poste e telecomunicazioni di Roma”.

E il pubblico? “Pure in mancanza di valutazioni sistematiche, posso constatare che la sezione riscuote un certo interesse, anche se la scelta (per altro obbligata) di utilizzare armadi compatti tende a scoraggiare i visitatori meno «intraprendenti»”.

I due contenitori con alcuni dei pannelli estratti
I due contenitori con alcuni dei pannelli estratti



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