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editor Fabio Bonacina

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Risate di... posta
13 Giu 2008 00:00 - NEWS FROM ITALY
Intervista a Bruce Ketta, il portalettere “fannullone” di “Zelig”

"Ho subìto un infortunio molto grave: mi è caduto un francobollo sull’alluce... Non c’è niente da ridere, perché è caduto di taglio!”. “Secondo una indagine, la maggior parte delle rapine ai furgoni postali salta perché i rapinatori si rompono le palle di aspettare”. “Una volta ho citofonato ad una signora per consegnarle la posta: «Chi è?». «Signora, sono il postino mi fa salire?». «Non è che mi ruba la pensione?». «Signora, io già rubo lo stipendio!».

Sono alcune delle battute di Bruce Ketta (all’anagrafe Matteo Iuliani, nato il 28 ottobre 1969 da genitori pugliesi), il fattorino meridionale campione di assenteismo che dal palco racconta la sua “esperienza” al servizio di Poste italiane. Servizio che è esistito davvero. “In posta -spiega a «Vaccari news»- ho lavorato dodici anni, dove ho fatto un po’ di tutto: furgonista, carico-scarico, portalettere. Sono entrato con un contratto trimestrale nel 1989; poi, dopo alcuni rinnovi, sono stato assunto definitivamente nel 1995”. Dietro, c’è però la passione teatrale, che l’ha condotto all’improvvisazione, al repertorio comico (“Poche spose per troppi fratelli”, con Enrico Beruschi), al cabaret, e i risultati non sono mancati: la conquista di diverse manifestazioni specialistiche, il premio “Città del riso” a Vercelli, “Bravo grazie” su Rai 2, “Zelig off” e “Zelig circus” a Canale 5 ed una tournée che lo vede lavorare su tante piazze.

A dargli la notorietà è proprio il personaggio di Bruce Ketta, nome che richiama l’attore Bruce Lee e il musicista Bruce Springsteen, “trasformato per essere più vicino alle mie caratteristiche fisiche”.

“Sono uno dei pochi che deve qualcosa alle poste. Ho colto l’occasione per rendere omaggio alle mie origini lavorative e non solo, visto che nell’immaginario collettivo il postino è meridionale. Anche se il vero protagonista non è soltanto il portalettere, ma il dipendente pubblico in genere”. Che il ministro Renato Brunetta si sia ispirato al “fannullone” Bruce Ketta? D’altro canto, come dice il tormentone del cabarettista, “So’ cambiate le cose!”.

Il trentottenne Matteo Iuliani, nei panni di Bruce Ketta
Il trentottenne Matteo Iuliani, nei panni di Bruce Ketta



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