I collezionisti l’hanno conosciuto per le sue testimonianze. Come quando, nel penultimo numero di “Storie di posta”, ammise, ricordando il tempo di guerra, che “in quei momenti scrivere una lettera o mandare una cartolina anche con una semplice firma era una grande cosa”. Un altro, ampio, articolo è stato riportato da “Cronaca filatelica” nel maggio 2005: “Io -si legge fra l’altro- avevo sempre una penna o una matita: l’importante era avere un foglio e una busta”.
È scomparso ieri sera, ma la notizia è stata divulgata solo oggi a funerali terminati, l’autore del “Sergente della neve”. Nato ad Asiago (Vicenza) nel 1921, lo scrittore narrò l’esperienza di alpino durante la campagna di Russia. Al libro, uscito nel 1953, se ne aggiunsero altri, fra cui “Il bosco degli urogalli” (1962), “Quota Albania” (1971), “Ritorno sul Don” (1973), “L’anno della vittoria” (1985).
È sempre stato vicino al mondo della filatelia, tanto da essere stato uno dei giudici al Premio internazionale Asiago d’arte filatelica. Dal 2005 era membro “ad honorem” dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale “per la partecipe testimonianza sulla posta presente nei suoi libri, da «Il sergente nella neve» al recente «Aspettando l’alba», come elemento-chiave di comunicazione, di contatto umano e di memoria personale e sociale”.