Non più di formato “A4” ma “A5”. È questo il cambiamento evidente per quanto riguarda la “Carta della qualità dei prodotti postali”, da questa mattina in distribuzione ai banchetti predisposti nei principali uffici postali nazionali. Il contenuto, invece, è più o meno quello di sempre, sia pure organizzato in maniera diversa. A mutare sono solo dei dettagli, come l’ammontare dei rimborsi previsti per ritardi, danneggiamenti e smarrimenti.
Quello che più interessa, però, è un altro aspetto, come sottolinea Francesca Scotti dell’ufficio legale di Confconsumatori, oggi impegnata per la “Settimana della qualità” al banco allestito a Milano presso la sede postale di via Cordusio. “La «Carta» -dice- è uno strumento disponibile allo sportello o alle associazioni dei consumatori, da utilizzare immediatamente. Noi gestiamo in parte la procedura di conciliazione; non ha un’ottica legale (tanto è vero che, in caso di insoddisfazione, il ricorrente può comunque percorrere altre strade), ma intende far dialogare fra loro erogatore dei servizi -in questo caso Poste italiane- ed utenti. Per noi l’idea è che il cittadino possa fare tutto in autonomia, che quindi possa sentirsi una persona. Molti non sanno nemmeno di avere determinati diritti”.
“Il nostro progetto -aggiunge a «Vaccari news» l’amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi- è fare ancora di più, allo scopo di informare. Stiamo lavorando per monitorare la qualità percepita”, perché le notizie dei camion carichi di posta che va a finire al macero “sono una trovata mediatica”. “Siamo in contatto con la clientela tutti i giorni: quante grandi aziende offrono un rapporto del genere?”.
Nel 2007 sono state aperte complessivamente circa mille procedure di conciliazione; un terzo delle quali in Lombardia.