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editor Fabio Bonacina

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A 150 anni dalla loro emissione (debuttarono l’1 gennaio 1859) arriva il libro di Gaetano Gatto e Giuseppe Antonio Natoli

I due tagli più bassi della serie che ha originato il lavoro
I due tagli più bassi della serie che ha originato il lavoro

L’incontro svoltosi questa sera a Milano per presentare il libro “1859-1860 Storia postale dei francobolli di Sicilia”, associandolo a dipinti, musica e cibo? Per Nino Aquila, intervenuto all’appuntamento, è “una accoppiata tra arte e filatelia, un’accoppiata che per i francobolli di Sicilia è un dato di fatto obiettivo. Perché Tommaso Aloysio Juvara, che ha inciso i francobolli, era uno dei quattro o cinque maggiori incisori dell’Ottocento”. In genere, i soggetti venivano predisposti dai tipografi. “Ma quando si decise di mettere il busto del re, si chiamò il messinese Juvara, una scelta felicissima”.

Le produzioni siciliane -ha precisato invece un altro ospite della serata, Francesco Lombardo- “si presentano da sé”. Con le cartevalori di Napoli, i Borbone scelsero lo stemma e fecero in modo che non si potesse formare il tricolore. Per la Sicilia, invece, si adottarono altre strade: l’immagine del monarca, cioè Ferdinando II, delle tinte vive, l’annullo a ferro di cavallo per non deturpare la vignetta... “Fu un successo enorme”.

“I colori -è un’altra precisazione di Aquila- sono stati fondamentali. Ci sarebbe da parlare di carta, gomma, ritocchi, composizione delle affrancature, prime ed ultime date... I due autori hanno fatto una registrazione magistrale, un lavoro che resterà per sempre nella filatelia italiana”. Lo studio racconta “la storia del nostro Paese, può essere letto ed apprezzato non solo dagli storici postali ma dagli storici «sic et simpliciter»”.

Già, e gli autori? Giuseppe Antonio Natoli ha ricordato chi, con Aquila e Lombardo, ha contribuito soprattutto per l’iconografia, citando in particolare Alberto Barcella e Saverio Imperato. Complessivamente sono state repertoriate oltre settemila lettere. “Abbiamo censito solo quello che abbiamo potuto vedere. Gaetano Gatto -ha proseguito Natoli- ha effettuato un’archiviazione incredibile. Servirà per chi acquista, poiché rappresenta un riferimento”.

Ed è proprio di Gatto l’idea di partenza. Idea nata -ha spiegato il diretto interessato- “per la curiosità di verificare l’effettiva rarità degli annulli”. E poi evoluta nell’iniziativa editoriale, che apre il 150° anniversario di queste cartevalori. Le quali arrivarono agli sportelli l’1 gennaio 1859.

Il volume, organizzato tra storia postale e storia generale, comprende 352 pagine a colori e costa 150,00 euro.

Gli autori, Giuseppe Antonio Natoli e Gaetano Gatto, con il libro ed il dipinto di Piero Guccione impiegato per la copertina
Gli autori, Giuseppe Antonio Natoli e Gaetano Gatto, con il libro ed il dipinto di Piero Guccione impiegato per la copertina



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