A Brescia, fra il 2005 ed il 2006, ne vennero proposte addirittura tre versioni, provenienti da Boston, Otterlo e Winterthur. Per la notorietà del soggetto, divennero di fatto uno dei simboli della mostra “Gauguin - Van Gogh. L’avventura del colore nuovo”. Fino all’8 dicembre altre, simili, interpretazioni vengono offerte al pubblico della viennese Albertina. Sono sempre ritratti di Joseph Roulin, il portalettere che Vincent van Gogh ha più volte immortalato. Entrambe risalenti al 1888, le due opere in mostra ora in Austria appartengono al County museum of art (collezione George Gard De Sylva) di Los Angeles e al The Detroit institute of arts di Detroit. Nel primo caso si tratta di un disegno con inchiostro marrone su grafite; nel secondo un olio su tela. Ma non sono gli unici lavori dal riferimento postale. Un altro dipinto, realizzato nel 1899 ed intitolato “Natura morta con un piatto di cipolle”, raffigura, tra gli oggetti messi sul tavolo, una busta indirizzata al pittore ed affrancata con due francobolli, difficili da individuare con certezza. L’olio appartiene al Kröller-Müller museum di Otterlo, Paesi Bassi. Complessivamente, i titoli inseriti nel percorso sono circa 150. Si tratta di pitture e disegni, perché l’obiettivo è dimostrare l’interdipendenza e i collegamenti fra le due modalità espressive, mettendo in luce l’innovativo approccio nel colore dell’artista e il lineare stile espressivo che ha sviluppato. Aspetti diversi ma che, in realtà, si fondono in una unità creativa. Organizzata grazie al supporto del Van Gogh museum, secondo i promotori rappresenta la più grande mostra sull’artista da quella, storica, di Amsterdam nel 1990, allestita per il centenario della morte.
