La gestione in tempo reale delle consegne, ma -a regime- anche altri sostegni (per aiutare sia chi è nuovo del mestiere, sia chi è stato trasferito di fresco ad un’altra zona o deve ricoprire provvisoriamente il giro di un collega) e servizi (come la lettera ordinaria con certificazione di consegna). Bastano, infatti, pochi “click” affinché il dettaglio della singola missiva registrata, una volta tornati in ufficio, finisca in rete ed aggiorni il database.
Entro i primi mesi del 2009 -precisano da Poste italiane- il progetto “Terminali al portalettere” “verrà esteso in tutti i capoluoghi di provincia e comunque in tutte quelle realtà dove si ritiene strategico introdurre il terminale per esigenze di business”. Complessivamente saranno interessati circa 230 centri di distribuzione, con il coinvolgimento di 12mila fattorini, sia dell’articolazione universale sia della mercato (cioè i grandi utenti).
Toccando un po’ tutte le regioni, a cominciare dalla Lombardia. Qui gli interventi riguarderanno trenta centri; Milano -dove in questi giorni il Comune ha aperto un contenzioso per i ritardi con cui vengono recapitate le multe- dovrebbe essere completamente coperta, intervenendo sugli impianti ancora sguarniti. Senza dimenticare il resto del Paese, dall’Emilia-Romagna (ventinove sedi) al Lazio (ventiquattro), dall’Abruzzo (quattro) alla Puglia (dodici) e alla Sardegna (dieci).
“La gestione informatizzata monitorata e controllata del processo di notifica della posta registrata –è la valutazione che arriva dall’azienda dopo le fasi sperimentali- ha permesso la disponibilità di un esito certo ed in tempo reale”, ma non solo. È stata possibile, inoltre, “la comunicazione puntuale e digitalizzata delle informazioni permettendo una maggiore qualità” dei dettagli trasmessi al cliente, ad esempio attraverso la nuova versione del modello 26, quello per l’avviso di giacenza.