Non solo gli annulli commemorativi. Il “Giorno del Ricordo” può essere letto anche come lavoro d’archivio, paziente e minuzioso, affinché il passato non venga scordato. È un po’ questo il messaggio che arriva da Trieste, e in particolare dal Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa. Qui la Cooperativa archivisti paleografi (Sandi Deschmann, Marina Dorsi, Barbara Sablich e Caterina Zocconi), con la consulenza di funzionari della Soprintendenza archivistica e dei Civici musei di storia ed arte, ha completato il lavoro di riordino del materiale da decenni accatastato. Materiale che richiama l’Impero degli Asburgo, ma anche la Reggenza del Carnaro di Gabriele D’Annunzio, il periodo fascista, le due Guerre mondiali, fino agli anni Cinquanta del XX secolo. Accanto all’attività espositiva (la mostra “Il servizio postale espresso” chiude il 22 febbraio), il Museo -inaugurato nel 1997- ha voluto affiancare il riordino e la schedatura di una notevole raccolta di documenti cartacei. “L’obiettivo -spiega a «Vaccari news» la curatrice, Chiara Simon- è rendere disponibile al pubblico, per consultazione e studio, quanto possediamo. Non a caso, da tutta Europa sono arrivate già diverse richieste”. Un primo lavoro di ordinamento e conservazione ha permesso di identificare l’esistente; poi si è passati alla schedatura su supporto informatico degli atti riguardanti le direzioni provinciali delle Poste attive nella regione. Riprendendo in mano tutti i mille faldoni (circa cento riguardano l’Udinese, il resto è relativo al territorio di Trieste) e registrando le 9.500 cartelle contenute. Cosa è emerso? “Innanzi tutto -precisa Chiara Simon- abbiamo individuato l’ampio arco cronologico, che abbraccia lavoratori nati sin dalla prima metà dell’Ottocento, impiegati sotto l’Impero, poi passati al Regno d’Italia o alla Reggenza del Carnaro, l’entità statuale proclamata a Fiume da Gabriele D’Annunzio l’8 settembre 1920”. “Poi, è stato possibile approfondire il funzionamento dell’amministrazione postale nei vari cambi istituzionali, ma anche il rapporto che questa ha avuto con i dipendenti, grazie a lettere, suppliche, ammende, censure e denunce all’autorità giudiziaria. Oppure il funzionamento delle ricevitorie rurali, che rivelano le dinastie di portalettere, perché l’incarico veniva tramandato di padre in figlio”. I documenti amministrativi si intrecciano con quelli che offrono spaccati di interesse sociale e politico. Così, sfilano le ricerche della Questura riguardanti i sentimenti politici (austriacanti nel primo passaggio all’Italia nel 1918; filo slavi durante il fascismo), le indagini sulla moralità (soprattutto delle donne), le pratiche per italianizzare i cognomi e così via. L’intervento, che ha previsto la ricognizione e la schedatura, la ricostruzione delle serie di documenti, la cartellinatura e l’informatizzazione dell’inventario e dell’indice, è stato avviato nel 2005 con una prima fase, mentre tra il maggio e il dicembre 2008 è stata effettuata la schedatura informatica. Ora bisogna riorganizzare gli spazi, anche in vista dei lavori necessari ad accogliere, negli stessi ambienti, il nuovo spazio filatelia. Ha richiesto un intervento di 15mila euro, finanziato da Poste e Regione, mentre il Comune di Trieste ha acquistato gli speciali armadi.
Dagli Asburgo alla Reggenza del Carnaro
10 Feb 2009 11:38 - NEWS FROM ITALY
A Trieste l’antico archivio cartaceo delle Poste viene riordinato e informatizzato