Gli uomini sanno scrivere d’amore? A giudicare il passato, sì. Pochi giorni fa, “Il venerdì di Repubblica” ha dedicato all’argomento la copertina e ben otto pagine. Per raccontare come Amadeus Mozart, Horatio Nelson, Oscar Wilde e diversi altri personaggi si ponevano nei confronti del foglio da riempire ed inviare all’amata.
La scrittura erotica si estrinseca anche senza coinvolgere materialmente il destinatario. Ci sono persone -dice la giornalista Natalia Aspesi, titolare sullo stesso settimanale dello spazio “Questioni di cuore”- che scrivono alla rubrica “allegando la lettera che vorrebbero mandare alla persona amata e renitente; e non si capisce perché non gliela mandino direttamente, perché abbiano bisogno del mio avallo”. Altre persone “mi raccontano di scrivere due o tre lettere la settimana alla loro ragazza o al loro ragazzo, ma non le spediscono... Esiste quindi questo limbo delle lettere d’amore, dove si raccolgono parole, lamenti, lacrime, baci, sogni, recriminazioni, delusioni, speranze, felicità, che non verranno mai inviate e quindi mai ricevute”.
Il punto di partenza del servizio è il libro “Ti amo”. Curato da Ursula Doyle, si compone di 224 pagine e costa 14,90 euro. “Le donne –sottolineano dalla casa editrice, Sperling & Kupfer- vanno pazze per le parole d’amore, peccato che gli uomini d’oggi non le sappiano dire. Ma non è sempre stato così: da Beethoven a Byron, fino a Napoleone e molti altri nomi illustri del passato hanno scritto alle loro amate romantiche lettere che sono diventate immortali. Per qualcuno l’amore è come un delizioso veleno, per altri è ritrovarsi davanti al camino a leggere un libro insieme e ascoltare musica”.
Intanto, Laura Montanari, direttamente sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, ha segnalato quello che per gli specialisti sarebbe il “primo manuale di scrittura epistolare del Medioevo arrivato a noi, in cui si insegnano a scrivere anche lettere d’amore”. È un manoscritto risalente alla metà del XII secolo, ritrovato alla Biblioteca capitolare di Verona...