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editor Fabio Bonacina

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Diversi i documenti postali proposti alla mostra aperta fino al 7 giugno presso il palazzo milanese delle Stelline

Il percorso è dedicato al centenario del Futurismo
Il percorso è dedicato al centenario del Futurismo

Come si scrive una lettera in stile futurista? Lo suggerisce la mostra “FT Marinetti = Futurismo”, aperta fino al 7 giugno alla Fondazione stelline (corso Magenta 61, Milano). Il foglio, a stampa, è già organizzato, con gli spazi di rito per intestazione, data, destinatario, firma, un giudizio complessivo (è il “totale”) e con tasselli che regolano in modo preciso il contenuto: un’area dedicata allo stesso movimento, una alla guerra, e poi altre sono per i piaceri, le novità, le donne, i viaggi e i saluti. Sono le missive “tipo Cangiullo”, alcune delle quali, redatte tra il 1915 ed il 1916 e proposte nell’allestimento, permettono di avere uno sguardo di sintesi sull’espressione artistica. Lo spazio previsto per le signore, ad esempio, è compilato con un lapidario “zero”, oppure con “mia moglie” o anche “una deliziosa, altezza = 1,67, peso Kg 50, biondezza = 24 carati, odore = tuberoso, età = 25, bocca = 3 centimetri di carminio”. Peccato che non siano presenti gli involucri, ammesso che esistano ancora, per mezzo dei quali le comunicazioni furono spedite.

L’idea di Francesco Cangiullo ha persino la versione a cartolina. In questo caso, è tricolore e con varianti, fra le quali la possibilità di alternare i saluti agli... insulti! Perché pure quelli non mancano. Magari lanciati in tono scherzoso, vedasi il telegrafico “Bravo caro fesso tuo Boccioni”, immortalato nella lettera che questi, con Filippo Tommaso Marinetti, ha scritto a Cangiullo qualche giorno prima della battaglia di Dosso Casina del 22-24 ottobre 1915, cui parteciparono diversi futuristi.

Altri scritti permettono di vedere come i singoli artisti si ponevano davanti ad una missiva diretta all’onnipresente Marinetti. C’è chi, è il caso di Harold Monro, il 2 dicembre 1913 redige a mano, mentre Vasilij Kandinskij il 10 marzo 1934 sottoscrive un ordinario dattiloscritto, che potrebbe tranquillamente confondersi con una lettera commerciale. Ezra Pound, sia pure omettendo la data (il documento risale alla metà degli anni Trenta), impiega una propria carta intestata, adornata con un disegno. Battuto a macchina, il testo è fitto di correzioni ed aggiunte manuali.

L’unica busta è intestata al “Movimento futurista diretto da F.T.Marinetti - Milano - corso Venezia 61”, indirizzata il 27 aprile 1915 alla scrittrice Sibilla Aleramo. Si fa notare per il vistoso slogan “Marciare non marcire”. Lo stesso che si trova su una cartolina con sfondo verde, bianco e rosso, timbrata il 25 dicembre 1914 al Roma Ferrovia, ufficio che lavorava nonostante fosse Natale.

Altre due cartoline sono messe sotto vetro dalla parte del messaggio, dove Giacomo Balla si esprime attraverso gli acquerelli, spedendo messaggi del tipo “Desideriamo tue notizie - Parte stasera Sironi”.

Il percorso offre inoltre alcuni telegrammi, mentre tra le opere in sala si distingue la tempera su cartone “Il pugno di Boccioni”, realizzata nel 1916 da Balla (l’adattamento postale è nel francobollo da 52 centesimi del 26 novembre 2003).

Un muro dell’itinerario raccoglie la lunga sfilata dei manifesti che hanno caratterizzato il movimento. Ve n’è uno dedicato alle comunicazioni e, in particolare, alle opere radiofoniche. Fu lanciato a Parigi il 15 dicembre 1933.




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