“Sono a Onna dalle 8.30 di lunedì 6 aprile, il mattino successivo al terremoto. Nelle prime ventiquattro ore abbiamo recuperato trentanove vittime”. È il... biglietto da visita del funzionario pompiere Andrea Di Lena, che abita e lavora a Roma ma che, dopo quella notte, è stato immediatamente comandato nel paese simbolo della tragedia.
Tranne una piccola pausa a Pasqua, vi ha passato queste due settimane, per guidare la sezione distaccata dei Vigili del fuoco. Quanti addetti? “Diciotto-venti, ma nel momento in cui è stato necessario persino trenta”.
Nel tempo libero, l’ufficiale è filatelista, per questo ha un occhio particolare ai dettagli. “Raccolgo -spiega a «Vaccari news»- posta militare della Prima guerra mondiale, e seguo le franchigie della Seconda”. Come tanti, ha cominciato quindicenne con Regno e Repubblica e, a 48 anni, alla passione ha aggiunto l’esperienza, alcune volte riversata nel forum “Filatelia e francobolli”.
Tornando alla missione, il compito principale, adesso, è liberare le strade dai detriti e recuperare tutto ciò che è possibile recuperare, restituendolo ai proprietari. “Siamo molto attenti alla rimozione delle macerie e curiamo il ritrovamento di carte e documenti. Dico sempre ai miei uomini di prestare attenzione per mettere da parte tutto ciò che si trova, così da restituirlo. Anche una fotografia, per queste persone, diventa importante. Dopo quattro giorni dalla prima scossa abbiamo salvato da una stalla dieci pecore e un’asinella, sono risultati che danno soddisfazione”. Ma durante le ricerche sono saltati fuori anche denaro e buoni postali, poi riconsegnati.
“Sabato 18 aprile ho accompagnato l’addetto di Poste italiane a svuotare l’unica cassetta postale del paese, che si trova nel centro storico. Era dal giorno 6 che non veniva aperta: quello che c’era dentro è stato caricato sul furgone e portato, penso, all'impianto di Avezzano. So per certo che le buche dell’Aquila sono ancora piene”.
Intanto, la vita riprende, anche negli aspetti quotidiani. “Da giorni ad Onna la posta viene consegnata, ed oggi è stata installata una cassetta nella tendopoli. Domani dovrebbe arrivare l’ufficio mobile...”. E quello vecchio? “Paradossalmente, la sede non sembra essere particolarmente danneggiata, almeno vista dall’esterno”.
“Non è il primo servizio del genere che faccio. Ho operato nelle Marche e in altri luoghi colpiti da calamità”. L’Abruzzo, però, è particolare: “è disseminato da tanti piccoli paesi, diventa difficile intervenire. Rispetto alle precedenti esperienze, vedo che la comunicazione di Poste italiane è migliorata”.
Ormai, tuttavia, la partita è giocata soprattutto sulle telecomunicazioni, e la vecchia lettera è stata sostituita con la telefonata via cellulare. “Il primo giorno era impossibile telefonare, le linee erano intasate”. Non è un caso, dunque, che su questo fronte l’attenzione primaria si sia concentrata garantendo i cellulari, le schede e le apparecchiature per caricare i portatili. Chi, oggi, ricorda più l’esenzione delle tariffe postali?