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editor Fabio Bonacina

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L’attuale obiettivo è revisionare completamente le norme del settore. Due le tappe previste, la prima delle quali entrerà in vigore l’1 luglio. Le reazioni dell’operatore

La Svizzera si confronta con la liberalizzazione dei mercati postali. Non a caso, negli ultimi tempi il dibattito si è fatto caldo, anche in conseguenza alla chiusura di diversi uffici. “Tali cambiamenti -spiegano, in un discorso più ampio, dall’Amministrazione federale- hanno reso necessaria una revisione totale della legislazione postale”.

Oggi il Consiglio federale ha approvato la proposta di legge da presentare al Parlamento. In questo modo “si creano le condizioni quadro che permetteranno di applicare a tutti i fornitori di servizi postali le stesse regole e di garantire anche in futuro un servizio universale di alto livello”. Il progetto conferma l’obbligo per La posta di assicurare in tutti i luoghi del Paese il servizio universale di recapito e pagamento. Anche i fornitori privati saranno obbligati a negoziare un contratto collettivo di lavoro e a rispettare le condizioni di lavoro standard.

L'apertura avverrà in due tappe. La prima, ovvero l’abbassamento del monopolio sulle lettere da 100 a 50 grammi, è già stata decisa dal Consiglio federale e dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1 luglio. La liberalizzazione completa avverrà invece mediante decreto federale, il quale sarà inviato dal Consiglio federale al Parlamento un anno dopo l’entrata in vigore della legge e verrà sottoposto a referendum facoltativo. Il Parlamento e i cittadini avranno pertanto la facoltà di esprimersi due volte sul tema: da un lato in merito alla normativa, dall’altro sull’apertura completa.

Il Consiglio federale ha approvato, inoltre, la nuova legge aziendale della Posta svizzera, in base alla quale l’azienda sarà trasformata in una società anonima di proprietà della Confederazione. I rapporti d’impiego non saranno più regolati secondo il diritto pubblico, bensì secondo il privato. Così, “godrà della necessaria libertà imprenditoriale per affrontare la concorrenza transfrontaliera in continuo aumento”. Dal canto suo, Postfinance, che non potrà estendere ulteriormente le proprie attività finanziarie, sarà sottoposta all’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari.

Pacato -ma non del tutto positivo- è il commento dell’operatore, giunto a ruota. “La posta -precisa una nota- ritiene che la proposta di legge approvata oggi dal Consiglio federale rappresenti una base adeguata per garantire lo sviluppo del mercato”. Per operare con successo sul lungo termine e finanziare il servizio pubblico con le proprie risorse, “deve tuttavia poter crescere”: occorre tra l’altro consentirle di proporre autonomamente ipoteche e crediti. “In quest’ambito si aspetta un adattamento della legge da parte del Parlamento”. Quanto all’apertura completa, invita “a un atteggiamento prudente e considera opportuno il periodo di transizione di tre anni dall’entrata in vigore della nuova legislazione”. Deplora, tuttavia, “che il Consiglio federale non voglia consentire a Postfinance di proporre crediti e ipoteche in modo autonomo alla propria clientela”.

Anche la Svizzera si prepara al 2011
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