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editor Fabio Bonacina

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La Conferenza europea delle amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni, ipotizzata al congresso di St.Moritz nel gennaio 1959, viene formalizzata a Montreux durante l’incontro apertosi il 22 giugno successivo

È il 22 giugno 1959 quando a Montreux, in Svizzera, si apre l’incontro che avrebbe portato a formalizzare la Conferenza europea delle amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni. Proprio quella che i collezionisti conoscono più sbrigativamente come Cept.

Rappresenta l’epilogo di un percorso preparatorio che ha trovato nella riunione di St.Moritz, svoltasi dal 26 al 31 gennaio precedenti, il punto di svolta, presenti i delegati di Danimarca, Francia, Germania Federale, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia e Svizzera. Delegati di alto livello: il Bel Paese, ad esempio, è rappresentato dal direttore generale dell’Amministrazione postale Romolo De Caterini, dai direttori capi servizio Aurelio Ponsiglione e Federico Nicotera, dal direttore generale Brunetto Brunetti. Si vuole lavorare ad una struttura agile che, “prescindendo da ogni concezione politica od economica, esamini e risolva in riunioni periodiche i problemi comuni delle realizzazioni tecniche e di esercizio”.

L’idea ha bisogno di tempo per essere perfezionata; non a caso, ci si lascia dando mandato agli ospiti elvetici di organizzare un secondo appuntamento, questa volta a Montreux, per esaminare le questioni di principio e stabilire i testi definitivi dell’accordo e del relativo regolamento. Conclusi gli aspetti formali, si dovrà passare a quelli pratici, avviando i lavori in commissioni separate: una per le poste e l’altra per le telecomunicazioni.

Le previsioni vengono rispettate e, dal 22 giugno al 3 luglio 1959, la località accoglie i lavori. L’atto costitutivo, giuridicamente un accordo tra amministrazioni e non tra governi, alla fine viene firmato da ventiquattro realtà di diciannove Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Eire, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia.

Contemporaneamente, i due gruppi di lavoro cominciano ad operare. Il primo -testimonia negli stessi giorni, dalle colonne di «Poste e telecomunicazioni» Giovanni Scanga- punta in particolare a coordinarsi su problematiche come “smistamento automatico delle lettere; possibilità dell’entrata in servizio di ambulanti postali percorrenti tutta l’Europa, senza tener conto delle frontiere; semplificazioni nel servizio dei pacchi postali e nelle formalità doganali; semplificazioni nello scambio dei dispacci postali; automazione del servizio dei conti correnti postali”.

La commissione, inoltre, stabilisce “di far emettere, nel 1960, dalle Amministrazioni aderenti al nuovo organismo, un francobollo europeo per celebrare il primo anniversario”. L’iniziativa verrà ripetuta anno dopo anno e sostituirà le generiche emissioni europeistiche firmate dai sei membri della Ceca nel 1956 e replicate, con qualche emulazione da parte di altri Paesi, fino al 1959.

I due francobolli svizzeri, predisposti con una sovrastampa per l'incontro di Montreux, timbrati nel primo giorno
I due francobolli svizzeri, predisposti con una sovrastampa per l'incontro di Montreux, timbrati nel primo giorno



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