Un francobollo davvero sfortunato, quello emesso dall’Italia il 27 giugno 1959. Volendo a tutti i costi ricordare il secolo dell’iniziativa che avrebbe portato a creare la Croce rossa, anniversario caduto tre giorni prima, applicò il caratteristico logo, senza altre specificazioni, sul 25 lire inserito nella serie per la Seconda guerra di indipendenza.
L’assenza di riferimenti puntuali ha, però, una ragione: la scena ritratta non riguarda -come si sarebbe portati a supporre- la battaglia di Solferino, assistendo alla quale l’elvetico Henry Dunant avrebbe maturato l’idea, poi concretizzata quattro anni dopo, di creare l’organismo internazionale. È un dettaglio, invece, del quadro “Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta” (svoltasi il 4 maggio precedente), realizzato da Giovanni Fattori nel 1861 ed oggi conservato alla Galleria d’arte moderna di Firenze.
Francobollo pensato male, ma francobollo. Ad un secolo e mezzo dai fatti bellici, non ci sarà un bis dentellato. Almeno da parte dell’Italia.
Eppure, le relazioni tra la struttura di soccorso e quella postale sono numerose, perché tra i compiti che la prima si è assunta figura il collegamento tra prigionieri di guerra o internati civili e famiglie. Uno dei casi più significativi riguarda la Seconda guerra mondiale. In base a dati diffusi a suo tempo, nel 1939 -cioè all’inizio del conflitto- l’agenzia specializzata voluta dell’organismo per supportare i reclusi riceveva tra le 500 e le 600 lettere quotidiane, cinque anni dopo sarebbero diventate 200mila.
Dalla storia all’attualità: tra le iniziative del centocinquantesimo figura il terzo incontro mondiale della gioventù di Croce rossa e Mezzaluna rossa (in corso dal 23 al 28 giugno proprio sul luogo della battaglia), nonché una marcia che dal centro mantovano porterà a Ginevra. In base al programma, la città sarà raggiunta il 2 luglio.