Anche gli uffici postali colpiti dalla sorpresa. Alcuni hanno continuato ad applicare le vecchie tariffe (nonostante nel tardo pomeriggio di ieri sia circolata, magari solo in una parte delle sedi, una comunicazione) ed altri, invece, hanno recepito il cambiamento tariffario. Senza contare la clientela, che ha scoperto le novità quando ormai era in fila -decisamente più lunga del solito- con la propria missiva già pronta.
“Vaccari news”, ieri, è stata facile profeta: il cambiamento tariffario e la riorganizzazione del servizio per gli articoli registrati ha messo in difficoltà sia gli operatori che il pubblico.
Lo stesso sito di Poste italiane è stato aggiornato solo in mattinata, introducendo termini diversi da quelli previsti dal decreto ministeriale. Se il provvedimento firmato da Claudio Scajola distingue sia le raccomandate sia le assicurate nelle due categorie “retail” e “non retail”, la società mantiene -a ragione- i vecchi termini per i servizi al pubblico generico (quelli sostanzialmente aumentati) e definisce “smart” il “non retail”, cioè le offerte riservate ai grandi utenti con forti movimentazioni e possibilità di uniformare gli invii.
Silenzio, invece, dall’ufficio stampa, pronto a promuovere i successi e le novità da collocare sul mercato ma distratto e indisponibile nel momento in cui occorre informare su quanto sta succedendo.
A fine giornata, il cambiamento appare per quello che è: una batosta, soprattutto per quanti spediscono oggetti pesanti.
Qualche esempio, considerando il primo (fino a 20 grammi), il quarto (da 100 a 250 grammi) e il settimo scaglione (da 1.000 a 2.000 grammi), dà l’idea delle variazioni in termini assoluti e percentuali:
- raccomandate per l’interno - da 2,80 a 3,30 (+17,9%), da 4,05 a 4,95 (22,2%), da 8,35 a 9,85 (18,0%);
- raccomandate per l’Europa e il Mediterraneo - da 3,45 a 4,80 (39,1%), da 5,30 a 8,50 (60,4%), da 12,00 a 19,00 (58,3%);
- assicurate fino a 50,00 euro per l’interno - da 5,30 a 5,80 (9,4%), da 6,55 a 7,45 (13,7%), da 10,85 a 12,35 (13,8%).