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editor Fabio Bonacina

27240 news from 8/3/2003

Recuperata con le macerie di uno dei palazzi aquilani dove hanno perso la vita 26 persone, oggi è inservibile. L’Usfi propone di esporla ad “Italia 2009” e poi donarla al Museo storico pt

Sante Borrelli
Sante Borrelli

Una adozione in piena regola. È quella decisa dall’Unione stampa filatelica italiana su proposta del suo presidente, Danilo Bogoni. Grazie alla testimonianza di uno dei soci, il brigadiere della Guardia di finanza Sante Borrelli, che all’indomani del sisma si trovò a scavare nella zona in cui la cassetta postale era posizionata. Cioè in piazzetta Pasquale Paoli (via Vincenzo De Bartholomaeis), vicino al luogo dove, prima del 6 aprile, c’era un palazzo di cinque piani affacciato su via Campo di Fossa, al 6/B. Nell’edificio hanno trovato la morte 26 persone.

In un momento di riposo durante l’intervento di soccorso, Sante Borelli nota “una cassetta rossa delle poste che fino a qualche ora prima era saldamente fissata a due travi di acciaio, a loro volta inseriti in un apposito muretto di mattoncini rossi costruito di sicuro a regola d’arte”. Il terremoto aveva sbriciolato i mattoni, facendola cadere a terra. Rimasta supina, leggermente inclinata, tanto che “era possibile scorgere dalle due fessure alcune lettere e cartoline”.

In quell’istante -prosegue la sua testimonianza- “mi sono chiesto chissà quali messaggi erano stati spediti, magari da qualcuno sotto le macerie, ed ho trovato un senso di ironia della sorte in tutto ciò, proprio per me che sono giornalista filatelico. Dopo pochi secondi di meditazione decido di raggiungere i colleghi a scavare”.

Per una serie di circostanze, il militare ritrova il contenitore, opportunamente svuotato, al centro provvisorio che Poste italiane ha allestito in via Saragat 7. La conferma che si trattasse del medesimo arriva immediata dal responsabile dell’impianto, Corrado Romano. “Io -aggiunge Sante Borrelli- rimango gelato. Mai avrei immaginato che mi sarebbe capitato ciò... uno strano gioco del destino”. “Spero ora che questa cassetta non vada gettata via, ha preservato il suo contenuto, i suoi messaggi affidati a lettere e cartoline, magari scritti da chi non c’è più. È stata anche lei testimone di questa sciagura, e lo dimostrano le ammaccature, la vernice divelta in qualche punto. Ha resistito, così come abbiamo resistito tutti noi che ce l’abbiamo fatta e che non abbandoneremo L’Aquila”.

Il consiglio direttivo dell’Unione stampa filatelica italiana ha fatto proprio il suggerimento che la cassetta sia conservata, in ricordo delle vittime e dell’impegno che il servizio postale garantisce, anche in una situazione di emergenza come quella vissuta all’Aquila. La richiesta dell’Usfi “è che venga donata al Museo storico pt dell’Eur”. Tra il suo ricco materiale, conserva già alcuni oggetti (tavolo, apparecchiature, orologio...) trovati tra le macerie dell’ufficio telegrafico principale di Messina dopo il sisma del 1908.

L’Unione propone, inoltre, un momento pubblico. L’idea è organizzare una iniziativa specifica durante il “Festival internazionale della filatelia”, in calendario a Roma dal 21 al 25 ottobre.

Il contenitore, oggi conservato al centro postale provvisorio dell'Aquila di via Saragat 7 (sullo sfondo)
Il contenitore, oggi conservato al centro postale provvisorio dell'Aquila di via Saragat 7 (sullo sfondo)



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