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editor Fabio Bonacina

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Lo storico edificio di via Ferrante Aporti, risalente agli anni Trenta e da tempo dismesso, verrà riqualificato per ospitare uffici e negozi. Tuttora i muri conservano le tracce delle funzioni originarie...


Le tracce del passato postale su uno dei muri esterni
Le tracce del passato postale su uno dei muri esterni

Dopo l’intervento alla sede di piazzale Lugano, ancora di proprietà di Poste italiane, il Comune di Milano punta l’attenzione su un altro palazzo, quello di via Ferrante Aporti.

Un immobile storico, come sottolinea un appassionato di edilizia postale, Alcide Sortino. “Fu progettato -precisa- dall’architetto Ulisse Stacchini, lo stesso che ideò e diresse i lavori della stazione Centrale. Venne completato nel 1931 ed era collegato mediante passaggi sotterranei e nastri trasportatori ai binari, in modo da facilitare l’avvio dei dispacci ai treni e, in senso contrario, il loro ricevimento. Guardando da via Aporti, la parte di sinistra ospitava il Milano Ferrovia, mentre in quella di destra aveva sede il Milano Arrivi-Distribuzione. Sul lato verso piazza Luigi di Savoia, invece, ha avuto sede l’effimero ufficio Milano Aporti, chiuso dopo due o tre anni quando ormai la struttura stava per venire dismessa”.

Nonostante porti ancora gli emblemi del passato... professionale e non solo, è stato ceduto. E, negli ultimi tempi, trascurato. La sua riqualificazione ha detto il vicesindaco ed assessore alla sicurezza, Riccardo De Corato- “è l’ennesimo tassello del grande progetto di recupero dell’area... che questa Amministrazione comunale sta realizzando per restituire alla città luoghi di aggregazione e svago, più sicuri e vivibili. Senza zone grigie”.

In base al progetto della società immobiliare Hines, per l’autunno 2010 sarà completamente recuperato e valorizzato. “È stato per troppo tempo bivacco di clandestini, clochard e tossicodipendenti, fino a diventare ritrovo per malviventi e teatro di aggressioni. Un contesto inaccettabile che ho personalmente segnalato alla proprietà dopo diversi sopralluoghi. E che ricalcava la situazione critica in cui si trovano tuttora alcuni stabili abbandonati e non messi in sicurezza, scenario di occupazioni e accampamenti”.

“Rappresenta -aggiunge Manfredi Catella, amministratore delegato di Hines- un intervento di rigenerazione di un palazzo storico importante con l’obiettivo di contribuire al recupero delle aree pubbliche circostanti favorendo in collaborazione con l’Amministrazione comunale e l’intervento del Museo della Shoah la sicurezza del quartiere”.

Adesso l’area è stata cantierizzata, chiusa da cesate alte tre metri, illuminata e sorvegliata. Come per la stazione, anche palazzo Aporti sarà destinato prevalentemente a uffici e parte ad uso commerciale.


Il complesso prima e dopo l’ultima cantierizzazione
Il complesso prima e dopo l’ultima cantierizzazione



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