All’anagrafe faceva Giuseppe, anche se è passato alla storia come Joe, Petrosino. Nato a Padula (Salerno) il 30 agosto 1860, emigrò negli Stati Uniti dove diventò poliziotto. Grazie alle sue doti e alla conoscenza della realtà locale, fu inviato a Palermo per indagini che mettessero in luce i rapporti tra le rispettive delinquenze, trovando la morte il 12 marzo 1909. Un secolo dopo, la Provincia della città siciliana gli rende omaggio con un annullo, impiegato oggi per il 148° anniversario dell’Ente. Sarà disponibile dalle ore 9 alle 15 nella sede istituzionale di palazzo Comitini, che si trova in via Maqueda 100.
Fino al 6 settembre, presso il loggiato San Bartolomeo (corso Vittorio Emanuele 25), sarà visitabile la mostra “Joe Petrosino documenta”, che si assocerà ad una monografia intitolata nello stesso modo ed articolata in oltre 300 pagine. Attraverso foto e documenti, l’esposizione -spiegano i promotori- “racconta luoghi e personaggi che fra Palermo e New York diedero vita ad una stagione, quella di inizio ‘900, nella quale nacque uno stretto legame fra la «Mano nera» e la criminalità organizzata siciliana, per il quale Petrosino fu mandato in Italia ad indagare”.
Una seconda e contestuale obliterazione saluta Michele Reina, presidente della stessa Provincia tra il 10 gennaio 1962 e il 6 luglio 1964. È stato il primo ad essere scelto da un Consiglio eletto direttamente dai cittadini.