È nato nel 2000 ed è stato aggiornato con un volumetto autonomo nel 2005, ma a fine settembre arriverà il lavoro rifatto, integrato con i ritrovamenti (oltre un centinaio) registrati negli ultimi quattro anni. È il “Perfin italiani”, il catalogo delle perforazioni applicate un tempo dalle aziende ai propri francobolli per evitare che dipendenti disonesti li rubassero. Il manuale venne realizzato da Enrico Bertazzoli e Beppe Ermentini, cui adesso -dopo la scomparsa, il 16 settembre 2003, di Ermentini- si è aggiunto Gianluigi Roncetti.
Edito da Vaccari srl, si compone di 304 pagine in bianco e nero, con testi anche in inglese, 32 tavole trasparenti (nel 2005 erano 30) con tutte le 1.107 combinazioni individuate da sovrapporre ai francobolli e -novità- un cd che propone le immagini a colori di 608 documenti. Il prezzo di copertina ammonta a 55,00 euro.
Lo studio non lista ed esamina soltanto il materiale trovato; la prima parte spiega la specialità da tutti i punti di vista: le origini (l’idea fu brevettata, era il 1858, nel Regno Unito), le normative, le tecniche per realizzarli, le tipologie di utenti (le banche, ma non solo), le problematiche per scoprire le aziende, le falsificazioni. E poi, naturalmente, gli aspetti collezionistici: in Italia, escludendo alcuni pionieri, fino ad epoche recenti il settore era seguito principalmente dai tematici, anche a causa dell’ostracismo opposto da chi riteneva questi francobolli irreparabilmente rovinati dai fori.
Gli autori stimano il perfin sciolto secondo una scala in cinque scaglioni che va da 0,50 a 10,00 euro, cui va aggiunto, eventualmente, il costo della carta valore.