Sarà di moda il viola, però, quella cornice... Adesso, perlomeno, il richiamo al mondo della posta è presente, con tutte quelle letterine (da non confondersi con altre letterine, oggi ben più conosciute tra il pubblico) che caratterizzano il contorno.
Il 60 centesimi per la “Giornata della filatelia”, erede di quella “Giornata del francobollo” nata mezzo secolo fa, arriverà il 21 ottobre, giorno in cui “Italia 2009” verrà ufficialmente aperta. E non è un caso se l’annullo fdc sarà impiegato nello stesso ambito.
Il concetto veicolato dalla carta valore, però, si ferma ad associare il disegnino di turno (Poste lo definisce “in stile naïf”) alla parola “filatelia”, replicato per quattro milioni di volte qual è la tiratura. Un po’ poco per pretendere, poi, di promuovere il settore fra i giovanissimi, che non vedono più, nella quotidianità, i francobolli. Inutile negarlo ed inutile pensare che soltanto con iniziative come queste il trend potrà essere modificato.
La filatelia e la storia della posta -scrive nel bollettino illustrativo il delegato a manifestazioni e giurie della Federazione fra le società filateliche italiane, Paolo Guglielminetti- costituiscono “uno dei capitoli della storia della comunicazione tra gli uomini; le lettere e i francobolli sono le evidenze materiali di questa storia, e in quanto tali possono diventare oggetto di interesse e di studio di un pubblico molto più ampio di quello dei soli collezionisti”. Ecco perché la filatelia “deve essere capace di rispondere a questa sfida, innovando le modalità di esporre in modo da raggiungere una platea più ampia. Ci sono stati già degli esempi di eventi nei quali i francobolli e le lettere sono parti di un contesto espositivo più ampio che permette di apprezzarne appieno il valore di testimonianza artistica, sociale e storica sopra-citato. La vera sfida per l’affermazione della filatelia nel XXI secolo è proprio questo: progettare e realizzare le manifestazioni filateliche di domani come eventi culturali multi-disciplinari, da collocare in sedi aperte al grande pubblico magari in concomitanza con altri eventi di più ampio respiro, con una durata che ne consenta la visita da tutti i potenziali interessati, collezionisti o meno”.