Un piano industriale valutato 50 miliardi, all’incirca il 3% del prodotto interno lordo italiano, da sviluppare fra il 2009 e il 2011. È quello confermato ieri dal consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti, ma non basta. “Tali risorse -precisano da Roma- potrebbero mobilitare ulteriori capitali provenienti da soggetti privati stimabili in 20-25 miliardi. A queste si aggiunge l’operatività del Fondo garanzia opere pubbliche (Fgop), che potrà fornire garanzie stimabili prudentemente in ulteriori 20 miliardi di euro”.
Per quanto riguarda le risorse dirette, gli importi del triennio si riferiscono a cinque linee di attività: finanziamenti ad Enti pubblici (18 miliardi provenienti interamente dalla raccolta postale); finanziamenti per infrastrutture e altri investimenti di interesse pubblico realizzati da imprese (12 miliardi, provenienti al 50% dai clienti di Poste italiane e per il resto dalla raccolta non garantita dallo Stato); programmi per il supporto dell’economia (16 miliardi, prevalentemente dalla raccolta postale); investimenti e servizi immobiliari (1 miliardo, ancora una volta dagli sportelli postali); partecipazioni e fondi (3 miliardi).
La Cassa, che entro il luglio 2010 dovrà cedere l’intera partecipazione societaria di Enel, continuerà a gestire le altre presenze (Eni, Poste, Terna e Stm) e sarà attiva nelle iniziative internazionali promosse in collaborazione con le istituzioni aderenti al Club degli investitori di lungo periodo.
Nel triennio si prevede una raccolta netta dagli uffici postali di oltre 40 miliardi.