Phishing, attacchi ai sistemi informatici, clonazione delle carte di credito, lotta alla pedofilia, diffusione di virus informatici e poi ancora il pharming, lo spam, lo smishing, i trojan, gli spyware, i worm... “Di tutto questo, di internet e delle moderne tecnologie dai nomi a volte oscuri, non c’è da aver paura ed è anzi possibile difendersi”. Parole di Poste italiane che, nell’ambito delle iniziative di politiche sociali, ha organizzato a Mestre l’incontro “Chi ha paura di internet?”.
Sul podio è salito il dirigente alla Polizia delle comunicazioni Ciro Pellone, che ha parlato sull’uso sicuro degli strumenti informatici ad un centinaio di postali. Probabilmente, i primi utenti di quel sistema messo, esattamente un mese fa, a dura prova da un’azione dimostrativa che ha oscurato l’home page del sito aziendale e tutta l’area dedicata alla stampa (quest’ultima ancora oggi inagibile).
D’altro canto, negli ultimi anni la società “ha sviluppato l’uso di tecnologie informatiche e di telecomunicazione dirette alla costituzione di un sistema «a rete» tra i più avanzati, completi e capillari del Paese”. “È dunque costantemente impegnata a tutelare i dati dei cittadini che ne utilizzano i servizi attraverso l’adozione dei più moderni sistemi di sicurezza”. “La navigazione in web -ha spiegato Ciro Pellone- è di sicuro una grande opportunità, ma è fondamentale che gli adulti, anche in quanto genitori, siano consapevoli e possano prevenirne i rischi.”
La Polizia delle comunicazioni si occupa di contrastare l’uso distorto delle tecnologie per impedire che divengano veicolo di illegalità, originando reati e pericoli per i cittadini, le aziende, le istituzioni. “Lo sviluppo di fenomeni legati all’uso fraudolento del web -ha aggiunto- è direttamente proporzionale all’uso crescente della rete. Non c’è quindi nessun allarme ma è comunque importante, oltre alla repressione, la prevenzione e la diffusione di una adeguata sensibilizzazione dei cittadini verso i rischi sottesi”.