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editor Fabio Bonacina

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Addirittura quadruplicato il costo di quella più grande, ma anche per le restanti sono stangate

Da un estremo all’altro. Un tempo il noleggio delle caselle postali era gratuito, quindi si era creato il circolo vizioso: negli uffici postali dotati del supporto i contenitori risultavano perennemente indisponibili perché nessuno vi rinunciava.

Da quando è stato introdotto il canone annuo, la situazione si è sbloccata, anche perché l’onere è gradualmente aumentato nel tempo. Nel 2009, ad esempio, la casella piccola è costata 35,00 euro, la media e quella aperta 42,00, la grande 50,00.

La vera e propria stangata arriverà a gennaio, quando la piccola e l’aperta saliranno a 100,00 euro tondi, la media a 150,00 e la grande a 200,00. Con un incremento, dunque, che va dal 186% al 300%.

Scelta insensata, che provocherà la rinuncia da parte di numerosi utenti, con una ripercussione su Poste italiane. Partendo dal dato di fatto che chi la chiede è principalmente un’azienda o comunque un grande utente, saranno i portalettere della società a dover garantire il recapito, finora assicurato in proprio dall’interessato.

Per giustificare l’aumento, la società spiega di voler “offrire servizi in linea con i bisogni del mercato”; per questo ha inglobato, “gratuitamente”, tutte le prestazioni accessorie: ossia la possibilità di farvi pervenire gli ormai vetusti fax e l’estensione dell’impiego fino a due familiari. Servizi che prima si pagavano a parte solo se si richiedevano, e che comunque costavano tra i 18,00 (fax) e i 25,00 euro (a familiare per la casella grande).

Con la scusa di “offrire servizi in linea con i bisogni del mercato”, Poste italiane giunge fino a quadruplicare i costi delle caselle
Con la scusa di “offrire servizi in linea con i bisogni del mercato”, Poste italiane giunge fino a quadruplicare i costi delle caselle



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