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editor Fabio Bonacina

27348 news from 8/3/2003

Dopo il contenzioso -ancora insoluto- per uno degli uffici cittadini, emerge il caso delle lettere consegnate in ritardo. Cosa dice la società

Il primo cittadino di Sarzana, Massimo Caleo
Il primo cittadino di Sarzana, Massimo Caleo

Le avvisaglie c’erano state nelle settimane scorse, a proposito del progetto di chiusura per il Sarzana 2, posizionato all’Ipercoop. Già allora, infatti, il sindaco del Comune in provincia della Spezia, Massimo Caleo, aveva preso carta e penna esprimendo il proprio disappunto e chiamando la polizia municipale per affrontare gli inevitabili problemi riscontrati presso gli altri tre uffici cittadini.

Ma ora il contrasto che separa Amministrazione locale e Poste italiane ha preso una svolta più formale: la denuncia per le lettere recapitate in ritardo.

La Giunta, infatti, ha definitivamente autorizzato l’ufficio legale, diretto dall’avvocato Fabio Cozzani, a procedere nei confronti della società “per ottenere il risarcimento relativo al mancato recapito della posta ai cittadini nei tempi stabiliti dalla normativa vigente”.

Pomo della discordia è la consegna agli elettori di una lettera firmata dal sindaco, nella quale si illustravano le modalità per votare in occasione del referendum dello scorso giugno.

Le missive -spiegano dall’Ente- “anziché essere recapitate nei tempi stabiliti sono state consegnate ai sarzanesi addirittura alcuni giorni dopo la consultazione referendaria”. E la risposta alle richieste di spiegazioni “è stata davvero poco convincente se non del tutto evasiva”.

Per le Poste, infatti, le cause del ritardo erano dovute ad “un carico di lavoro eccezionale” che la società non è stata in grado di smaltire. Giustificazioni -prosegue la nota- a dir poco inadeguate. “Anche a fronte delle ultime scelte compiute da Poste spa (vedi chiusura sportello Ipercoop, questione sulla quale il sindaco ha chiesto più volte di incontrarsi con i vertici delle Poste senza ottenere risposta) hanno il sapore di una vera e propria beffa”.

“Come è possibile -chiede il sindaco Caleo- pensare di spiegare un disservizio al cittadino con carenze di personale, lavorare senza avere un business plan indispensabile per un qualsiasi privato per poter prevedere situazioni di maggior carico di lavoro, salvo poi incassare ugualmente i soldi senza aver erogato il servizio?”.

A questo punto, a Poste italiane “non resta che valutare la possibilità di trovare un accordo con il Comune. Diversamente la palla passerà agli avvocati e al giudice”.

Contattata da “Vaccari news”, dalla società dicono di essere in attesa della denuncia; “poi saranno i nostri legali a fornire utili elementi”.




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