I bambini statunitensi possono stare tranquilli: il tradizionale invio delle lettere a Santa Claus è stato garantito anche quest’anno. Nonostante voci, riprese della stampa internazionale, che parlavano di un suo blocco davanti ad una disponibilità di dati personali pericolosamente utile per altri fini.
Contattato da “Vaccari news”, l’operatore Usps ha confermato che tutto procede come tradizione vuole.
Il servizio postale a stelle e strisce ha cominciato a ricevere scritti indirizzati a Babbo Natale almeno un secolo fa, e nel 1912 l’allora postmaster general, Frank Hitchcock, autorizzò impiegati e non a rispondere alle missive, attraverso il programma diventato noto come “Operazione Santa”. Nel 1940 il volume divenne tale da dover coinvolgere singoli ed organizzazioni esterne per scrivere e raccogliere piccoli doni da inviare ai bambini.
La scelta di coinvolgere il pubblico nel replicare ai piccini “adottando” alcuni biglietti è stata lasciata sempre alle realtà locali.
Tre anni fa, a livello federale è stato introdotto un protocollo di comportamento obbligatorio, al fine di proteggere i piccoli interlocutori. Così, alle persone che desideravano collaborare è stato chiesto di presentare una propria foto identificativa, di compilare un modulo e poi di elencare le missive cui avevano risposto. Un approccio analogo è stato osservato con i sodalizi.
Ora è stato effettuato un ulteriore passo in avanti: a chi materialmente tratta la letterina non vengono comunicati cognome e indirizzo del mittente (che rimangono custoditi all’ufficio postale), ma solo un numero di riferimento.